Fiabe Classiche - Antonio De Nino: Pesce Lucente¹ (Sulmona).

(antica fiaba abruzzese. Testo annotato e ritrascritto da me. Distribuito con licenza CC 3.0 Italia. Per favore, vedasi note a pié di pagina.)

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(The woodcutter, pastel 66x56, 2004. By R.graphicart (Own work) [GFDL (http://www.gnu.org/copyleft/fdl.html) or CC-BY-SA-3.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)], via Wikimedia Commons. Passa il mouse sull'immagine per ingrandirla.)

Da: «Usi e costumi abruzzesi», 1897

libro animato

CHIRIE leisonne!²
S'è figliete la Madonne:
Ha fatte 'nu bielle figlie,
Come 'na rosa, come 'nu giglie

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E a un buon padre morì un bel figliolo. Dopo la morte del figlio, seguirono altre disgrazie e miserie; e le miserie, poi, lo perseguitarono anche nella vecchiaia. Vecchio e buono, si tenne stretto alla vita con i denti, e dovette andare a far la legna nel bosco, per poi vendere il fascio per comprare il pane. La moglie, anch'ella, era vecchia, e quasi sempre malaticcia. Andando al bosco, non cessava di lamentarsi. Un giorno gli si fece incontro un signore con la barba lunga, e gli disse: «Io conosco i tuoi guai, e voglio darti sollievo: eccoti, dunque, cento ducati» Il vecchio prese la borsa dei cento ducati, e svenne. Quando si riebbe, quel signore era scomparso. Il vecchio tornò a casa col suo fascio di ceppi, e nascose i cento ducati sotto un mucchio di letame, e disse fra sé: «Se li faccio vedere a mia moglie, finiscono presto. Penserò poi come mi devo regolare.» Il giorno appresso, riandò a far legna. La sera, a cena, la moglie gli fece trovare apparecchiata discretamente la tavola, e il marito se ne meravigliò: «Come hai fatto a comprare tutta questa roba?» «Ho venduto il letame..» «Ahi, sorte ingrata! Sotto a quello stabbio c'erano cento ducati!» Appena spuntò l'alba, il vecchio tornò al bosco sospirando. Gli si ripresentò quel signore dalla barba lunga, e il vecchio gli raccontò la sua disgrazia; quel signore gli diede altri cento ducati. La sera il vecchio li nascose sotto un mucchio di cenere. La moglie vendette la cenere. Il marito, la sera, trovò preparata la tavola, ma come seppe della cenere venduta, non volle mangiare, e se ne andò a letto, sbattendo la testa contro il muro. Neanche la povera vecchia poté dormire: sfido io! La mattina, il vecchio se ne tornò nel bosco come un disperato. Il signore dalla barba lunga gli fece coraggio; ma, invece di dargli il denaro, quella volta gli diede ventiquattro ranocchie, e disse: «Vendi queste, e comprati un pesce, il più grosso che puoi avere.» Il vecchio vendette le ranocchie, e comprò un gran pesce, che aveva in corpo un anello lucente. Era notte. Il vecchio s'affacciò alla finestra con quel pesce, come se tenesse una lanterna in mano. Nel mare c'era una terribile burrasca; i marinai, vedendo una gran luce da una finestra, si salvarono. Tutti poi si diressero verso quella luce, e trovarono il vecchio con in mano il pesce lucente. Allora fecero un patto, e dissero: «Se tu, ogni notte, appendi alla finestra il pesce lucente, noi ti daremo metà della pesca.» Il vecchio promise. I pescatori mantennero la parola, e non ci fu più miseria in casa di quell'operoso vecchio.

Madonna de Casaluce,³
Quant'è belle e quante luce.
I' te vienghe a visità,
Tu la rezie m'è da fa'.
Si la rezie nin m'è fatte.
Da stu luoche nin me parte...
Ma la rezie è resulute:
Bella rezie ch'haje avute!

(ritrascrizione in italiano moderno da Valentina Vetere.)

Note sul testo

¹"Pesce Lucente": Annota il De Nino: "Sulmona; e a nche a Canzano Peligno, [Cansano] Pettorano [Pettorano sul Gizio], Roccapia [Rocca Pia]. A Castello a Mare Adriatico [Castellammare Adriatico - prov. di Pescara dal 1927] e a Pescara, la fiaba s'intitola «La sorte e la furtine» (la fortuna); ma è variatissima.

² Traduzione in nota del De Nino:
Kyrie eleyson!
S'è figliata la Madonna:
Ha fatto un bel figlio,
Come una rosa, come un giglio.

² Traduzione in nota del De Nino:
Madonna di Casaluce,
Quanto sei bella e quanto luci.
Io ti vengo a visitare,
Tu la grazia m'hai da fare.
Se la grazia non mi hai fatta,
Da questo luogo non mi parto...
Ma la grazia è risoluta:
Bella grazia che ho avuta!

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Annotazione

Questo testo è stato da me esaminato e appena leggermente riadattato in italiano moderno. La gran parte di esso è stata lasciata intatta, con l'obiettivo di preservare il più possibile la trascrizione originale.

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(Documento creato in data 2 ottobre 2013.)