Fiabe e Favole Classiche e Popolari Italiane - Domenico G.Bernoni

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Il Veneto e, specificamente, il suo capoluogo lagunare, hanno anch'essi, come tante altre regioni d'Italia, una spiccata e peculiare tradizione fiabesca. Nel 1873 fu pubblicata una prima raccolta di venti fiabe veneziane, trascritte e raccolte dalla voce del popolo veneziano da Domenico Giuseppe Bernoni, con il titolo "Fiabe e Novelle Popolari Veneziane".

Così Italo Calvino ne parla nel suo celebre saggio "Sulla fiaba":

"Il nome che qui conta è quello di un laboriosissimo ricercatore di tradizioni dialettali veneziane, Domenico Giuseppe Bernoni, che tra i suoi molti opuscoli ne dedicò alcuni (nel 1873, 1875, 1893) alle fiabe. E sono fiabe d'una grande limpidezza, piene di signoria poetica; e sempre, nonostante ripetano tipi notissimi o noti, impalbabilmente vi si respira Venezia, i suoi spazi, la sua luce, e sono tutte in qualche modo acquatiche, col mare o i canali o il viaggio o le navi o il Levante. Il Bernoni non annota i nomi dei narratori, né sappiamo quali furono i suoi criteri di fedeltà; ma una mediazione di tipo letterario non si sente; solo una raggiunta unità nella pacatezza del dialetto e nell'atmosfera che circola per le varie fiabe; doti di cui spero qualcosa sia rimasto nella mia trascrizione delle sette (nn 29-35) che tra esse ho scelto.

Che quest'atmosfera non sia propria del Bernoni, ma dello spirito favoloso del mondo veneto marino, lo prova ch'essa si può riconoscere in fiabe d'altra fonte da me trascritte: una veneziana anch'essa, una istriana, una dalmata, e magari anche una facezia triestina."

Così, invece, il Bernoni illustra e descrive la sua opera nell'introduzione del volume:

"Ed ora che questo volumetto parlerà per me, e dirà e proverà a quell'Egregio come e quanto io abbia apprezzato il cortese consiglio, voglia egli da sua parte esser largo di compatimento verso questa mia fatica, la quale, se sotto molti aspetti offre un non lieve interesse, presenta anche, ed io lo confesso schiettamente, troppi difetti perché non abbisogni di una larga indulgenza. Però di questo amo sia persuaso: cioè, che le Fiabe sono precisamente tal quali si raccontano dalle donne del popolo; che le ho fedelmente riportate in iscritto mentre si narravano da alcune di esse, e che alla loro dicitura primitiva e spontanea non ho tolta, aggiunta o cambiata sillaba.

Venezia, maggio 1873."

Fiabe da «Fiabe e Novelle Popolari Veneziane»: