Fiabe Classiche e Popolari Italiane - James Bruyn Andrews: Catarina (Mentone)

(testo tradotto da me dal francese; per favore, vedasi note a pié di pagina.)

Catarina

«Contes Ligures», 1892

libro animato

C'era una volta un vedovo che aveva una figlia; la figlia aveva per madrina una strega, che un giorno le disse: "Convinci tuo padre a sposarmi, e tu sarai felice." E così accadde: il padre di Catarina sposò la madrina. Dal momento che la matrigna non aveva figli, ella amò sempre tanto la figliastra, finché finalmente la matrigna e suo padre ebbero due figli, e così, la matrigna relegò la fanciulla a guardia di una capra e le diede da filare una libbra e mezzo di canapa. E Catarina, mentre era nel bosco a piangere tutto il tempo, fu avvicinata dalla capra, che le disse: "Che cos'hai, da pianger tanto?" E la fanciulla rispose: "Mia madre mi ha ordinato di filare tutta questa canapa, ma io non so proprio come si fa." E la capra le disse: "Portami sull'erba spessa, e mettimi la canapa sulla testa, e vedrai che sarà tutta filata in men che non si dica." Quando la figlia tornò a casa, la matrigna le chiese: "Hai finito di filare la canapa?" Ed ella: "Sì, l'ho filata tutta." Allora, il mattino del giorno dopo, la matrigna la mandò nuovamente nel bosco, e le diede da filare un nuovo carico di canapa; la sera tornava a casa a cose fatte, ma la matrigna, mentre stavano a cena, disse al marito di uccidere la capra. Allora Catarina scoppiò in lacrime e corse nella stalla, e la capra le chiese: "Che cos'hai, da pianger tanto?" E Catarina: "I miei voglino ucciderti." Allora la capra disse: "Quando sarò morta, tu non dovrai mangiare le mie carni, e rimetterai insieme le mie ossa: le riporrai in un cesto, e quando vorrai qualcosa, non dovrai far altro che esprimere un desiderio davanti al cesto, e sarai accontentata." E così, la capra fu uccisa. Il padre di Catarina, che era un marinaio e spesso faceva lunghi viaggi, un giorno chiese alla figlia: "Cosa vuoi che ti porti?" E la figlia rispose: "Non voglio niente, soltanto, che portiate i miei saluti a mia zia." Così, quando il marinaio arrivò a Genova, andò dalla zia di Catarina a recapitarle il messaggio. La zia diede al padre una noce da portare a Catarina, e quand'egli fu a casa, chiamò la fanciulla e le disse: "La zia ti manda questa noce." Caterina prese la noce e se la portò nella sua stanzetta, l'aprì, e vide che dentro c'era un bellissimo abito di seta. La domenica, la matrigna vestì per bene le sue due figlie, poi chiese a Catarina: "Tu non vieni a messa?" ed ella rispose di no, ma, poi, andò nella sua stanza e indossò il suo bell'abito nuovo; poi andò presso l'ossario della capra, e disse: "Ossa, belle ossa, fatemi diventare la più bella fanciulla del mondo." Così dicendo, fu trasformata in una stupenda dama. Poi si recò in chiesa, e lì c'era anche il figlio del re, il quale, si accorse subito di lei, poi ella andò a sedersi accanto alle sue sorelle, ma poi il fazzoletto le cadde a terra. Sua sorella si abbassò per raccoglierlo, e Catarina le disse di conservarlo. A messa finita, tornò a casa, si tolse il vestito e tornò all'ossario e disse: "Ossa, belle ossa, fatemi ritornare come prima." La domenica seguente, Catarina andò nuovamente a messa, ma il principe mise delle guardie davanti alla porta per poterla fermare. Ma Caterina prese una manciata di crusca e gliela gettò in faccia, e i soldati non poterono seguirla, perché gli prudevano gli occhi. Catarina, di nuovo, tornò a casa e si svestì. Ma poco tempo dopo suo padre dovette partire per un altro viaggio, e tornò a chiederle che cosa desiderasse, ed ella rispose: "Non voglio niente, eccetto, che portiate i miei saluti alla zia." Allora, il padre, quando fu a destinazione, disse alla zia: "Catarina vi manda i suoi saluti." E la zia le mandò in dono una mandorla, che il padre consegnò alla figlia al suo ritorno. Ella aprì la mandorla, e dentro c'era un paio di magnifiche pantofoline d'oro. La domenica dopo, indossò l'abito di seta e le pantofole d'oro, e andò in chiesa. Appena fu entrata, il figlio del re fece piazzare i suoi soldati a guardia del portone, per non lasciare scappare via la fanciulla. Ma ella si era messa in tasca delle monetine, e quando i soldati vollero inseguirla, ella gliene lanciò una manciata in faccia, e fuggì via, e nella fuga perse una pantofola d'oro, che fu consegnata al principe, il quale disse: "Prenderò in moglie la fanciulla alla quale la pantofola calzerà perfettamente." E si recò personalmente in tutte le contrade del regno, facendo calzare la pantofola ad ogni ragazza, ma la pantofola era sempre troppo grande o troppo piccola. Quando il principe arrivò alla dimora di Catarina, domandò alla matrigna: "Signora, voi avete delle figlie?" E quella rispose: "Sì, ne ho due." Ma la pantofola non andò bene a nessuna di loro. Allora il figlio del re domandò: "Non avete altre figlie?" E la matrigna: "Si, ne avrei un'altra, ma è sempre così sporca, che non oso presentarvela." Ma il figlio del re insistette: "Fatela venire, poiché la sposerò, se la pantofola le calzasse bene." Caterina era nella sua camera mentre si dava una sistemata. Allora la matrigna gridò: "Catarina, scendi giù, che sei desiderata." "Scendo subito", rispose. E si presentò con una pantofola a un piede, mentre l'altro era rimasto nudo. Così, quando il figlio del re la vide così, la riconobbe subito e disse: "E' lei, è lei, la fanciulla che perse la pantofola!"

Allora, il principe prese Catarina in moglie, e diede un gran ricevimento di nozze,

e io stavo sotto al tavolo a raccogliere gli ossi.
E così è finita.

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Questa fiaba è stata esaminata, annotata e ritradotta da me in italiano dal francese. Nel ricompilare il testo,ho cercato di mantenerlo il più possibile fedele all'originale. Chiunque desideri questa traduzione per le proprie pagine web, può prelevarla liberamente, purché ne citi cortesemente la fonte, in segno di rispetto per il mio lavoro. Grazie. Vale76

(Documento creato il 30 settembre 2011.)