Pasquale Fiorentino - Confessioni ad Amore

libro animato

-Or tu mi riconosci?- prese a dire
una sì distinta e nobil signora.
-Il mio amabil canto ti feci udire,

ma non tardò a portarti alla malora
e fui indi per te come una sirena
che recò contro scogli la tua prora.

Volesti assicurarti a una catena
imitando il più furbo eroe greco
la cui vita d'avventure fu piena,

ma per quanto resisterai alla mia eco
che è ancora forte nei meandri del cuore?
Non è esso certo di natura bieco...-

-Tende a diventarlo chi col dolore
è avvezzo a passar più vuote giornate.-
Rispuosi io con un pizzico d'ardore.

-Oh lode a queste parole studiate
con attenta minuzia che è usuale
di quelle alte e pie menti illuminate!

Ma a me tu non puoi nascondere il male
che pure per questa tua resistenza
provasti e che forse fu più brutale-

-Io stimavo ricche sol d'insistenza
le sue parole- iniziai sì a parlare
-e anche di più modesta impertinenza.

Ora scovo in esse menzogne amare...-
Ma mi zittì la signora adirata:
-Allor fosti lesto a dimenticare!-

D'un tratto la memoria ripudiata
tornò viva come un lampo improvviso
che si espanse nella mente oscurata.

Con le mani raccolsi così il viso
come fa chi di un temporale ha paura.
Ma fui forte ad abbozzar un sorriso

per far meno amara quella tortura.
E così dissi, oramai rassegnato:
-Il signor protegga quella creatura!-

Quando li occhi su di essa ebbi posato,
non più si mosse lo corpo mio, scosso,
poichè il cuor fu subito conquistato...

Ma dire come mai accadde io non posso
chè esigua la mia parola al confronto.
E vi son cose che non ho rimosso:

ultimi raggi del Sol al tramonto
parevan li suoi capelli setosi
che maggiormente tenevano conto

del suo caldo silenzio che m'imposi
di tenere acceso: mirai tacendo
li suoi vivi occhi che rispettosi

incrociarono i miei non rimanendo
a lungo fissi: ed infatti timidi
si fecero chini. E io quasi morendo

m'accorsi in vero che il color non vidi
come se ella lo avesse nascosto.
E come colui che fu ucciso alle idi

del terzo mese, così lo cuor mio tosto
si sentì: nel profondo fu tradito
poichè voleva riuscire a ogni costo

nella scoperta, mentr'io intimorito
dalla fanciulla stimata divina
e dalla fredda catena impedito,

l'ammiravo mai avendola vicina.
Reo indi di ciò ebbi una punizione:
al fianco di un altro era una mattina...-

Con ciò completai il mio amaro sermone.
Ma dopo un po' incominciai a gridare:
-Ora va' via Amore, maledizione!

La tua vista non so più sopportare!
Se nei miei confronti non è eccessivo
l'odio che un tempo iniziasti a provare

e se il mio cuor non è tanto cattivo
come tu dici, lasciami qui solo
come hai fatto quando di te morivo,

quando felice ero davvero in volo.-