Poeti Classici - Gabriele D'Annunzio

D'Annunzio

Il «Vate», Gabriele D'Annunzio, poeta, drammaturgo, simbolo del decadentismo ed eroe di guerra, nacque a Pescara il 12 Marzo 1863, terzogenito di Francesco D'Annunzio e Luisa de Benedictis. Il padre era un ricco commerciante dedito a una vita dispendiosa, che in pochi anni dissipò il patrimonio familiare lasciando agli eredi solo la casa di famiglia.

Fin dai primi anni della sua vita, il giovane Gabriele manifestò una personalità non priva di complessi e inibizioni, portata al confronto competitivo con la realtà, e spiccava tra i coetanei per intelligenza e per una precocissima capacità amatoria. Inoltre, era irrequieto, ribelle e deciso a primeggiare. Compose il suo primo libro di versi «Primo Vere» a soli 16 anni. Non finì gli studi e si dedicò al giornalismo ed alla composizione di opere di varia natura e valore, e trascorse anche un'esistenza ricca di mondanità, frequentatore come era di salotti, animatore di dibattiti, interessato alla realtà politica. Divenne immediatamente artista di tendenza, personaggio pubblico genialmente scandaloso, acuto e irriverente polemista. La sua attività politica e quella mondana (tra cui spicca la relazione con Eleonora Duse), come quella letteraria, fecero di D'Annunzio una sorta di maestro di costume, il cui estetismo venne a intrecciarsi in maniera complessa e contraddittoria con le sorti del regime fascista, di cui rimase nume tutelare e, al tempo stesso, convitato di pietra. Fu uno degli interpreti più abili delle correnti di pensiero e delle mode letterarie europee, tra le quali l'esasperato sensualismo, l'estetismo raffinato e paganeggiante (che testimonia soprattutto il romanzo «Il Piacere», del 1889).

Nella sua poesia egli affronta una quantità enorme di tematiche: la sensualità, la malinconia distaccata, il desiderio di purificazione, i destini della nazione, la celebrazione dell'avventura. Tutto questo con strenua ricerca per le forme della parola, raffinate e insolite.

L'opera più autentica dell'ultimo D'Annunzio è «Il Libro segreto», a cui affida riflessioni e ricordi nati da un ripiegamento interiore ed espressi in una prosa frammentaria. L'opera testimonia la capacità del poeta di rinnovarsi artisticamente anche alle soglie della morte, giunta il 1° marzo 1938, mentre si trovava sul lago di Garda.

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