Novelle e Racconti da Autori Emergenti - Vanni Poli, «Vipi» - La leggenda degli omini blu

libro animato

Una sera di un tempo lontano, in un paese lontano, dove gli uomini erano tutti uguali, vestivano allo stesso modo, con un'uniforme tutta blu dai bottoni dorati e parlavano la stessa lingua, mangiavano gli stessi cibi e credevano negli stessi dei, giunse nel cielo una nuvola grigia spinta dal vento del nord, che soffiava adirato contro gli omini, i quali, come formiche, si affrettavano a raggiungere le loro case tutte uguali. Era adirato, il vento del nord, perchè Kronos, il dio del tempo, aveva dato agli omini blu l'idea che esisteva un passato ed un futuro e, peggio ancora, il presente. Per questo motivo gli omini si affacendavano senza posa per accumulare cibo e ricchezze, per costruire case e palazzi, per fare regole nuove di vita, leggi e sistemi di controllo della vita loro ed altrui. Uno di loro, che si credeva il migliore, aveva deciso di essere il loro capo e così li costringeva a lavorare continuamente: in cambio egli dava loro la possibilità di divertirsi, organizzando feste e giochi e facendo in modo che non pensassero mai alle cose importanti della vita. "Voi lavorate e divertitevi: delle cose serie mi occupo io assieme ai miei amici. È un sacrificio per me, ma lo faccio per voi tutti" diceva quell'omino blu che faceva il capo.

Cosìaccadde che, dopo un pò di tempo, egli si fece nominare re degli omini blu, i quali, pur lavorando e divertendosi, avevano perso la loro libertà Insomma avevano scoperto che il futuro era fonte di incertezze per cui dovevano creare delle basi di vita solide e ' ben piantate ' nella realtà anche a costo di essere meno liberi. Ma il vento del nord che era imprevedibile ed imprevisto non poteva tollerare che gli omini blu, che già vivevano appiattiti nella loro monotonia, pensassero anche all'appiattimento del tempo a venire ed a quello dei loro figli: il mondo sarebbe diventato di una noia mortale! Perciò se ne andò dal dio dei ghiacci nell'estremo nord e gli strappò una nuvola della pioggia e della neve: era grigia, tetra, sempre imbronciata, pesante, gonfia di brutti presagi .Egli la spinse, soffiando a pieni polmoni, fin sui cieli degli omini blu. Quando essi videro apparire in lontananza la nuvola gonfia di brutti presagi si rifugiarono nelle loro case, chiusero le imposte con grossi catenacci e si misero, tremanti, a pregare i loro dei.Intanto il cielo era divenuto buio.Il sole era scomparso dietro le montagne innevate. Anche gli animali del bosco si rifugiavano nelle loro tane e negli anfratti delle rocce. Il vento del nord smise di soffiare, così da lasciare immobile la nuvola sopra quel mondo blu ed un silenzio agghiacciante pervase ogni luogo: un brivido di gelo percorse quel regno senza re e tutto si fermò.

C'era però sulla cima di una collina, una piccola casa abitata da una bimba. Era una bimba molto giovane che aveva un nonno lontano: egli era un anziano signore che conosceva molte cose, che però comunicava con lei facendo scorrere le parole su uno specchio segreto e ciò la consolava. Quella bimba, con il nasino appoggiato ai freddi vetri della finestra, guardava il cielo che si tingeva di grigio e vedeva gli animali del bosco fuggire a nascondersi e gli omini blu rinchiudersi nelle loro case blu, sprangare le porte blu e pregare i loro dei blu. La bimba era triste e piangeva, finchésullo specchio magico apparvero le parole del nonno lontano che le dicevano di accendere un fuoco nel camino con la legna di Natale, quella che aveva raccolto nel bosco rosso dell'ultimo autunno. La bimba si affrettòad eseguire i consigli del nonno ed accese un fuoco scoppiettante. Una scintilla si sprigionò da un grosso ceppo di faggio e risalì il camino per uscire nella tempesta. Quella scintilla, però aveva con sé lo spirito della saggezza dei tempi antichi (quando il nonno era giovane). E quello spirito le diede la forza di correre nel cielo verso occidente, dove il sole era fuggito scacciato dalla triste nuvola grigia. Passò fiumi e laghi, monti e valli, foreste e pianure, finché arrivò nella terra lontana della fata della luce, dove trovò il sole che riposava. Senza svegliarlo gli strappò un piccolo e sorridente raggio e lo portò con sé verso oriente. Tornò ad attraversare pianure e foreste, valli e monti, laghi e fiumi finché giunse nella terra degli omini blu e si recò nella casa della nipotina. La bimba raccolse quel raggio sorridente, lo strinse a sécoccolandolo come un bimbo e, aperta la porta della sua casa, lo liberò nel cielo grigio. Improvvisamente la nube triste e tetra si scosse e divenne sorridente. Il vento del sud soffiò un profumo di fiori, il cielo si aprìe la nuvola accolse il raggio sorridente e spezzò l'incantesimo malefico del dio dei ghiacci. Divenne piccola, piccola e dolcemente rosa, poi si spostò galleggiando leggiadra, nel cielo fin sulla casa della bimba. E da allora la nuvoletta rosa rimane lì a dare gioia a chi è triste ed a vegliare sulla nipotina. E gli omini, che non indossano più abiti tutti uguali, non si cibano piùdegli stessi alimenti, hanno imparato a cantare ed a sorridere ed hanno capito che il tempo, il passato, il futuro e il presente, è un dono che fa parte della vita e consente loro di avere dei ricordi e delle speranze. Hanno capito anche che nessuno può credersi migliore degli altri e che i problemi che ognuno ha non devono essere risolti dagli altri: perciò hanno scacciato quel loro capo sbruffone ed a turno ognuno di loro fa parte del Consiglio dei sette Saggi, i quali si impegnano a rendere migliore la vita della loro piccola comunità.