Novelle e Racconti da Autori Amatoriali - L'Armadillo - Il primo paladino

libro animato

Il cavaliere era lì, con la sua armatura una volta scintillante, che posava gli occhi color ghiaccio sulla valle; proprio quegli occhi, anni prima incontrarono lo sguardo della morte mentre portava via anime di alleati e non. Fu allora che il cavaliere capì che non esistevano nemici o amici quando la spada colpisce e uccide la vita percorre sempre la stessa direzione e fu allora che giunse alla conclusione che tutti sono legati- uomini, animali, piante - ad una entità superiore. L'eroe era giunto alla conclusione che in quel mondo, dove ciò che contava era la forza, i patti venivano firmati con il sangue, uccidere era inevitabile, però nonostante tutto, in quella valle giurò, sulle anime dei caduti, e sulla sua spada ,Iris, che non avrebbe ucciso se non era necessario e che avrebbe dedicato la sua vita a cambiare questo mondo. Per quanto poté essere incredibile, da quel giorno Iris non uccise più grazie alla coerenza, e alla abilità del cavaliere.. ma quando tutto sembrava procedere bene qualcosa accadde.

Tutto cominciò quando il valoroso cavaliere arrivò nel piccolo paesino di Cerk che sorgeva vicino alla valle dove lui era solito rinnovare annualmente il giuramento fatto. Arrivò all'alba e nel pomeriggio sarebbe andato all'altare per eseguire il piccolo rito del giuramento; però non sapeva che nel paesino era arrivato un altro cavaliere dall'armatura dorata, superstite orgoglioso di mille sanguinose battaglie che lui vedeva come un lavoro che portava onori e gloria e all'occorrenza privilegi. Il sole era alto nel cielo e i suoi raggi si riflettevano dalla fontana della piazza sulle finestre delle case limitrofe, le botteghe si svuotavano della gente che correva nelle abitazioni per consumare il pasto del giorno. Qualcosa però riuscì a fermare tutto il paese compresa la fame che serpeggiava tra i vari abitanti: il cavaliere dalla armatura dorata passando con il suo destriero nella piazza fu quasi disarcionato quando il cavallo fu spaventato dall'improvviso attraversamento di una bambina che inseguiva il suo cucciolo un pò troppo vivace. Il crudele cavaliere non esitò a tendere un arco e a scoccare una freccia nel petto del cucciolo e, forse, per un errore, anche in quello della bambina innocente che cadde senza emettere un grido immortalata con la soddisfazione sul volto di aver recuperato il cucciolo. Il gelo del silenzio fu tagliato dal grido della madre che vide l'esanime corpo della figlia stesa sul suolo.. Fu questo a destare il nostro eroe che vide la scena nelle sue parti finali o meglio una freccia che trafiggeva l'innocenza come si trafigge una mela in una competizione,una donna che con il grido oltre la voce fece uscire anche la propria anima affinché andasse lontano e non tornasse più in quel corpo devastato dal dolore, e un cavaliere artefice di tutto ché si allontanava come nulla fosse successo.. Il candido cavaliere scesa con furia e senza riflettere urlò forti parole di sfida all'glaciale assassino, che senza nessun problema accettò stabilendo come nei più classici duelli come ora l'alba e come luogo la piazza del paesino e pi sparì tra polvere e vento. Il generoso cavaliere si sedette impotente al suolo vicino la donna facendo fatica a distinguere chi dei tre corpi era realmente quello morto quello del cucciolo e della ragazzina trafitti da una freccia ma con espressioni vitali o una donna invasa dal dolore con lo sguardo perso nel vortice dei ricordi. Si sedette lì e si abbandonò alla sua mente: si alternarono pensieri e paure, ripensamenti e frasi di auto-convincimento e questi furono i suoi compagni anche durante la notte. Una lunga notte forse troppo lunga visto che l'eroe si presentò con largo anticipo al l'appuntamento.

Quando l'antagonista arrivò era già riunito tutto il paese nella piazza e i bambini erano chiusi nelle case, la campana suonava lenta il sole faceva capolino dalle vette lontane e i primi raggi giocavano sulle armature dei guerrieri quando ad un tratto tutto tacque.. ed ecco i cavalli si lanciarono le spade e gli scudi si incrociarono e poi un colpo andò a buon fine nel costato del buon cavaliere che vide in ogni goccia del suo sangue che cadeva al suolo un attimo della sua vita fino a quel momento che sarebbe stato l'ultimo; ma il ricordo delle motivazioni di quel duello lo spinsero ad usare quel che rimaneva della sua forza, attingendola direttamente dall'anima, per tirare un fendente alla ormai non più attenta testa del dorato cavaliere e Iris, amica fedele che mai tradisce, lo decapitò. Il corpo del nemico cadde e si svuotò come una bottiglia.. e mentre la signora scura prendeva la sua anima il Buon Cavaliere si diresse verso la valle luogo in cui lui aveva deciso di morire visto che proprio lì anni prima la signora lo aveva graziato. Il cavaliere era lì,con la sua armatura una volta scintillante ora insanguinata, che posava gli occhi color ghiaccio sulla valle; valle che avrebbe tra non molto posseduto anche il suo corpo proprio come tutti i corpi dei caduti nella grande battaglia di anni addietro. Fece il suo ultimo sospiro odorando l'aria familiare e si lasciò andare rotolando giù dal versante e giunto all'interno della valle già il suo corpo era come un guscio vuoto la signora oscura, come un angelo, aveva già preso l'anima del paladino e l'aveva portata dove non avrebbe sofferto più il male del mondo. La gente del popolo che da lontano lo seguì, seppellì lì il corpo esanime e i cantori cominciarono a cantare le gesta, molte inventate, del prode e queste arrivarono alle orecchie dei potenti che ora, uniti sotto un solo re, conducono i vari paladini a fare il giuramento su quel suolo ormai consacrato con il sangue di tanti uomini e di un eroe che su tutti offrì la vita per riscattarne un'altra.