Novelle e Racconti da Autori Amatoriali - L'Armadillo - Vita di un Erasmus..in Madrid

libro animato

Era una calda e piovosa giornata di marzo, quando, cercando un voto di un esame sostenuto, trovai un foglio con il bando di concorso dell'Erasmus. Era chiaro che il destino ci mise del suo, ovvero io dovevo fare l'erasmus (lo vidi il giorno 25/03 e il bando scadeva il giorno 28/03) anche se il motivo l'ignoravo (forse per dimostrare a tanta gente quel che valevo o semplicemente dovevo conoscere gente che altrimenti non avrei conosciuto). In verità non mi soffermai sul motivo ma seguii l'istinto e feci la domanda. Questa fu accettata e il mio destino fu Madrid. Mi misi a fare Esami e trascorsi la mia estate facendo alcuni viaggi fino al gran giorno. Era il 1 ottobre 2005 quando iniziò la mia più grande avventura.

Arrivai a Madrid con l'autobus insieme ad un gruppo di ragazzi che conosceva da tempo (in verità mai stato molto legato comunque erano lì con me). L'autobus mi lasciò alle ore 02:30 al centro di una strada immensa in una città straniera di cui ignoravo completamente sia la lingua, sia le strade. Ero lì, con due valige stracolme di cose due zainetti e un indirizzo che per me sarebbe potuto stare in qualsiasi parte del mondo. Fortunatamente Feliz, un uomo sulla cinquantina abbastanza umile e disponibile, uno dei componenti del mega gruppo con cui viaggiavo, mi accompagnò alla residenza. Qui ci incontrammo con una persona che fa pensare che gli zombie non siano sono frutto di immaginazione di qualche scrittore. Ora, per capirci, ci vuole una descrizione del personaggio: immaginate una donna anziana, che ha avuto un qualche problema che le ha paralizzato una metà della bocca, il suo parlare era incomprensibile anche per gli stessi spagnoli e che capisce solo quello che vuole e quando vuole, il suo andare era serpentino o meglio, le sue gambe erano più strumenti da traino che per camminare, visto che si trascinava i piedi invece di alzarli; bene questa è Carmina la responsabile del luogo dove avrei riposato il mio stanco corpo. Quando questa donnina mi portò nella camera la prima cosa che feci fu, poggiare gli zainetti sulla scrivania e mettere le valige una sull'altro sul pavimento della camera e poi salutai Carmina e chiusi la porta. Nel voltarmi mi resi conto che non potevo muovermi le valige avevano occupato tutto lo spazio di quella camera (la definizione di questo luogo: sgabuzzino per poveracci). La prima cosa che il mio Cervello (mio unico amico per la prima settimana) mi disse fu: "Qui ci hanno fregato o hanno sbagliato porta e stiamo in un ripostiglio delle pulizie, ma visto che c'è un letto un comodino/frigorifero/ibernatore e una scrivania, la prima è la più accettabile." Riuscii con grandi sforzi ad arrivare al letto ed ebbi la prima crisi di coppia con il mio amico Cerv. Pensate ad una vocina che non riuscite ad azzittire, e che per tutta la notte risuona con lamentele del genere: "E che ci facciamo noi qui? Cosa vuoi dimostrare? Guarda che schifo di vita ci aspetta? Come cavolo facciamo a parlare con qualche essere civilizzato (con questo si escludeva la proprietaria e la comunità foltissima di barboni della metropoli Spagnola)?"

Queste previsioni si avverarono infatti il cibo uno schifo (sfido chiunque a mangiare bene con poco denaro e senza cucina); devo ammettere che più volte io e Cerv abbiamo progettato piani astuti per un rientro in patria senza dare nell'occhio cercando di beccare ugualmente i soldi della borsa Erasmus. Ma come ben si sa le cose cambiano, conobbi un po' di gente però nessuno risultò essere interessato a formare un gruppo vero e proprio di giovani erasmus in cerca di divertimento.In parole semplici tutti avevano il proprio gruppo ben formato e non volevano assolutamente cambiarlo. "Bel branco di Monotoni". Per le tre settimane che seguirono la mia vita Spagnola oscillava tra il noioso e al primo ponte mi butto, poi il caso volle che facendo turismo nella immensa, quanto brutta facoltà di Biologia della Complutense di Madrid incontrai i clubs ovvero come Cerv. Li definì: «Luce che ti guida fuori dalla oscurità più profonda.». Raccolsi il coraggio che trovavo nel mio corpo, sollevai l'umore togliendolo da sotto le scarpe e andai prima nel Club sportivo dove mi iscrissi sia nella squadra di Basket sia a quella di calcio della Facoltà e, poi, mi diressi con passo deciso in un luogo che emanava Corruzione da tutte le pareti,questo luogo tanto magico quanto squallido era il G.R.E.B.A.S. (non ho mai capito cosa significa) o conosciuto, tra i non eletti, come club del gioco di ruolo. Bisogna spendere parole su questo luogo perché è il posto dove tutto cambiò.. Per capire bene cos'è il G.R.E.B.A.S., bisogna cercare di capire come sono le persone che frequentano questo posto, quindi ora seguirà una descrizione di questi individui: Il primo che conobbi fu Mario; un essere umano che poteva essere la prova vivente dell'esistenza dei Goblin in un remoto passato. Il passatempo di questo orrido omuncolo era impararsi a memoria tutti i manuali di qualsiasi gioco di ruolo per poi dar sfoggio della sua sapienza durante qualsiasi partita lamentandosi dopo che la gente tentava di eliminarlo. Di Mario si può anche dire che la raffinatezza e l'igiene non erano proprio il suo forte (ometto qui per autocensura cosa mi ha fatto giungere a queste conclusioni avendo il terrore che i lettori non siano troppo forti di stomaco). Altro individua da G.R.E.B.A.S. era il tondo Guillermo detto anche Guillermòn; questo individuo era ciò che si dice un campione tra i viziati del Fantasy (ruolo ovvero non c'era un attimo della sua vita che non presentava riferimenti a queste cose). Per provare ciò, basti pensare che quando non c'erano partite e, non si poteva giocare con le Magic (carte da gioco Fantasy), lui creava schede di personaggi che mai avrebbe utilizzato. Poi ci sono Bartie (il presidente del club) e la sua ragazza Ester (ora ex), sono loro che alla fine mi hanno trascinato dentro con la possibilità di giocare a un gioco di ruolo e da lì, la mia corruzione che si limitava alle magic, divenne immensa. Per questo li ringrazio! In questo luogo, ricco di magia, c'erano anche altre e tante persone che per descriverle tutte rischierei di dover scrivere un libro; comunque rimarranno nei miei ricordi anche Edu, Vittoria, Juamma, Sandra, Juammy e tutti gli altri.

Dopo questa parentesi obbligatoria torniamo alla nostra narrazione spiegando il perché da qui tutto cambiò. Allora: partendo da presupposto che avevamo un mondo che ci accomunava, io non sono mai stato una persona asociale quindi, alla prima occasione mi sono fatto conoscere e da li ci fu il primo invito ad una festa e poi al privatissimo incontro al Labirinto, un bar a tema, il sabato pomeriggio. Da questo giorno la mia vita sociale madrilena cominciò uno sviluppo che non si sarebbe fermato più. Fu in queste settimane che uscendo per bar per procurarmi la cena che conobbi Cristian, colui che sarebbe stato il mio futuro proprietario di casa, una specie ancora poco studiata di Sanguisuga, però, almeno la casa, era situata in una dei migliori posti di Madrid centrale ma allo stesso tempo periferica.. Impossibile? Lo pensavo anche io però mi sono ricreduto. Quindi vista la posizione, la casa sembrava perfetta ma, qualcosa di non tanto piccolo (sottolineo che non sto parlando del grassissimo compagno di Cristian ovvero l'asociale Andrei), si annidava tra le pareti pronta a invadere qualunque territorio le si lasciasse. Una intera colonia di scarafaggi che gironzolava per la cucina e a tratti per il bagno più piccolo. Visti i fallimenti ottenuti nel distruggerli il terrore cominciò a entrare nelle menti di noi poveri inquilini. Io, David, Alejo (solo per un periodo), Emanuele (fortunatamente solo per un mese) e Sergio (solo per gli ultimi giorni). Cominciamo con le presentazioni iniziando da Alejo detto anche «Hermano» (fratello), è la persona più singolare che abbia mai visto in questa mia breve vita (chiaramente a lui segue la sorella Sagris, detta «Supersagris» per la fissa con Supermen che è stata con noi in questa casa di matti per un mesetto). Di Ale ricordo bene il suo stare perso per mondi paralleli che a noi poveri mortali,incapaci di capire la mente di un artista (era pittore) non è dato sapere; le sue risate un pò effeminate,e la sua indole di voler (ne era convinto) essere il migliore, e il suo potere jettatore che lo faceva paragonare a un lord oscuro di guerre stellari. Emanuele, invece, venne per un mese e poi sparì per nostra salvezze o almeno per quella dei nostri conti in banca: questo individuo di 128 cm con quattro capelli era la evoluzione più perfetta di parassita della società mai vista: lui architetto lavorava in uno studio di ingegneri navali a Madrid; guadagnava abbastanza e per il mangiare era capace di sfruttare con subdola abilità le risorse di casa (le mie e di David). L'ultima sera dopo aver promesso una cena a tutti si presenta con una pizzetta ripiena per massimo cinque persone quando a casa eravamo otto e poi aggiunge prosciutto, formaggio e pane preso dalla dispensa che indovinate di chi era? Chiaramente non sua... Sergio, peruviano che vive in Svizzera, ha lavorato in Belgio e ora vive e lavora a Madrid: una persona sulle sue che entrava usciva come un fantasma quindi non saprei cosa dirvi di più, anche perché dopo poco sono andato via io.

Ora veniamo alle persone che contano: David detto «Mamma», insieme ad Ale è stato il più presente nella mia vita Erasmus mi ha aiutato in tutto, forse anche a crescere, ancora oggi lo ringrazio per le eterne partite a scudetto, per avermi aiutato nelle crisi economiche, nelle crisi di cuore, e a sbollentare la rabbia verso le persone che avrei divorato senza pensarci per aver cucinato; per avermi fatto conoscere molte persone con cui ho potuto dividere questa mia esperienza (Giorgia, Alice, Luigi, Marco, Anita, Marymarcella - di cui non dico di più per evitare di rovinare un momento così toccante - Tamy, una ragazza delle canaria che ha reso meno solitari i mesi finali, Ana e David ). La cosa più importante che lui ha fatto però è quella di avermi presentato Laura una ragazza da un viso che quando la vedi potresti pensare di essere in presenza di un Angelo. Lei è stata l'altra persona che ha reso l'Erasmus indimenticabile, con lei è nata subito una certa simpatia, abbiamo fatto tante cose tra cui anche il viaggio on the road. Ho bellissimi ricordi con lei anche quando David non c'era perché in Italia o fuori con altri amici: la mega coppa di stracciatella sulla panchina,l'arrivo della Madre (che salutiamo con affetto e benediciamo la sua cucina e la sua simpatia), la creazione del Boss (lei è l'ispiratrice della storia e di tante mie piccole creazioni). La cosa che più mi pesa sulla coscienza fu quella di non averla potuta salutare come avrei voluto a causa del periodaccio che stavo passando.. spero che lei mi abbia perdonato (penso di si visto che poi ci siamo rivisto e continuiamo a farlo qui a Roma).

Comunque, lasciando alle spalle queste cosette di vita privata, diciamo che da questo momento l'erasmus diventa una cosa indimenticabile ricco di feste, serate in discoteca, uscite per il centro e la cosa importante fu che qualunque cosa facessi non ero mai solo. Il tempo però passa rapidamente quando le cose vanno come devono andare,e, in un giro di orologio arrivò Aprile: Laura già era in Italia da un pò e, David, ai principi del mese, mi salutò con la promessa di tornare un giorno o comunque che ci saremo visti a Roma. Questo fu il secondo periodo più duro di questa esperienza, però, grazie agli esami da sostenere (quindi lo studio), grazie a Giacoma alias Leila (compagna di studi con la quale ho passato molto del mio tempo universitario ascoltando le sue avventure con uomini che ispiegabilmente erano attratti da lei) sono riuscito ad arrivare alla fine. In realtà il merito fu principalmente di altri ragazzi spagnoli con i quali ho stabilito un profondo rapporto che è ancora vivo. Javy detto Agua.. il motivo di questo soprannome non lo so però fu lui con Manute (suo amico) a portarmi a giocare a basket in una squadra, di cui non parlerò per non dilungarmi su persone poco rilevanti; era una persona molto simpatica con la quale mi ci sono subito trovato bene visto che avevamo gli stessi interessi, ovvero Magic e fumetti. Manute era un pò più serio, invece, studiava architettura pero anche lui era uno spasso di persona. Poi c'era Chus, Chan, Ana, e Isra: un gruppetto vivace e molto affiatato nel quale sono contento di essere stato e spero di rivederli presto per rivivere nuove avventure e poter avere nuovi ricordi da aggiungere a quelli meravigliosi che già ho. Tra esami e bevute passarono gli ultimi mesi ed io dovetti salutare tutti. Lo feci in una pizzeria di napoletani (quando dici «chi può fare concorrenza ai cinesi su presenza nel mondo?»), mi diedero regali e poi a bere. Da notare che i ricordi di questa sera sono un pò sfumati nell'alcool.

Il giorno dopo arrivò l'odissea, fuggì da casa salutando in maniera fugace i due odiosi essere che lì vivevano e, con la compagnia dei ragazzi spagnoli, andai in metro fino al T4, parte dispersa dell'aeroporto (penso che Ulisse avesse meno carico di me), arrivato lì al check-in mi trovo con 20 kg in più del previsto, fortunatamente la signorina cascò al giochetto del povero studente che deve tornare a casa,tutto riassunto in un sorrisino accompagnati da occhini dolci.. per capirsi stile gatto di Shrek. L'ora arrivò salutai per l'ultima volta i ragazzi e mi lascia un sogno durato 10 mesi alle spalle, consapevole che dopo due ore dal decollo mi sarei risvegliato nella mia vecchia e monotona vita.