Fiabe russe di A. Afanase'ev: Sorella Alionushka, Fratello Ivanushka

(testo tradotto da me; vedi note a pié di pagina)

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(Illustrazione: «Alenka and Her Brother», di Adrienne Segur in: "The Snow Queen and Other Stories", dal sito: Art Passions.net.)

Da: «Narodnye russkie skazki», 1855-'64

libro animato

C'erano una volta un re e una regina, che avevano un figlio di nome Ivanushka e una figlia di nome Alionushka. Purtroppo i due regnanti morirono e i ragazzi rimasero soli, e decisero quindi di abbandonare tutto e vagare per il mondo.

Camminarono a lungo, finché giunsero nei pressi di un laghetto, e lì vicino c'era una mandria di mucche al pascolo. "Sorella, ho sete" disse il fratello Ivanushka, "voglio bere." "Non farlo, fratellino, o diventerai un vitello." rispose Alionushka. Allora egli diede retta a sua sorella e proseguirono il cammino; camminarono a lungo finché videro un fiume, presso il quale sostava un branco di cavalli. "Ah, sorellina," disse Ivanushka, "se tu sapessi quanta sete che ho!" "No, fratello, non devi bere, o diventerai un puledro." rispose la sorella. Ivanushka ubbidì alla sorella e andarono avanti. Arrivarono a un lago, dove pascolava un gregge di pecore. "Oh, sorellina, ho una sete tremenda!" disse ancora Ivanushka, ma la sorella rispose: "Non bere, fratello, o diventerai un agnello." Ivanushka diede di nuovo retta alla sorella e proseguirono il cammino, e camminarono a lungo, finché giunsero vicino a un ruscello, e lì c'erano dei maiali che stavano mangiando. "Oh, sorella, io devo proprio bere," disse Ivanushka, "ho veramente troppa sete." "Non bere, fratello," rispose Alionushka, "o diventerai un porcellino." Ivanushka resistette ancora, e continuarono così a camminare. Cammina cammina, a un certo punto videro un gregge di capre al pascolo, e lì vicino c'era un pozzo. "Non ce la faccio più, sorella, adesso devo assolutamente bere", disse deciso Ivanushka. "Non bere, fratello, o diventerai un capretto." Ma egli non riuscì più a trattenere la sete e stavolta non diede ascolto alla sorella: corse al pozzo e così diventò un capretto, che saltellava tutto intorno ad Alionushka, belando forte: "Beeee-beeeeee!! Beeee-beeeeee!" Alionushka lo legò alla vita con una cintura di seta, e piangendo amare lacrime lo portò con sé.

Il capretto saltava, saltava, e non stava fermo un attimo. Un giorno saltò dentro al giardino di un certo zar. I servi lo videro subito e andarono a riferire il fatto al sovrano. "Maestà, c'è un capretto nel Vostro giardino, ed è tenuto con una cintura da una fanciulla straordinariamente bella." Allora lo zar volle scoprire chi fosse questa ragazza; i servi le domandarono da dove veniva e a quale famiglia appartenesse. "Siamo figli di re," rispose Alionushka, "ma i nostri genitori sono morti, e siamo rimasti soli, io e mio fratello. Abbiamo viaggiato fino ad ora, ma purtroppo Ivanushka, mio fratello, non ha resistito alla forte sete; ha bevuto da un pozzo e si è trasformato in un capretto." I servi riferirono tutto allo zar, il quale convocò la fanciulla e le fece mille domande; allora egli s'innamorò e volle sposarla. Presto celebrarono le nozze e cominciarono a vivere tutti e tre insieme; il capretto stava in giardino, e mangiava e beveva insieme allo zar e alla zarina.

Un giorno lo zar andò a caccia, e mentre era via arrivò una strega cattiva, la quale lanciò una maledizione sulla zarina. Da quel momento Alionushka si ammalò gravemente, e diventò ben presto magra e pallida. Piombò l'oscurità sul palazzo reale: i fiori del giardino cominciarono ad appassire, le piante si inaridivano giorno dopo giorno e l'erba avvizziva. Finalmente lo zar tornò e chiese alla moglie: "Ti vedo pallida, sei malata?" "Ahimè, si, non sto bene." rispose lei. Il giorno dopo il re andò di nuovo a caccia, ma Alionushka era malata. La strega tornò e le disse: "Vuoi guarire? Allora vai al mare al crepuscolo e bevi l'acqua." La zarina ubbidì e al tramonto si recò al mare a bere l'acqua marina; ma la cattiva strega, che le aveva teso una trappola, era già lì che l'aspettava, e così, la prese e le legò una pietra intorno al collo e la gettò in mare. Alionushka affondò fino in fondo al mare, poi venne di corsa il capretto che pianse disperato. Ma la strega prese le sembianze della regina e tornò al palazzo.

Al suo ritorno, lo zar si rallegrò moltissimo di vedere la sua cara sposa di nuovo in salute, e si apprestarono a cenare insieme come al solito; ma non vedendo il capretto, le chiese dove fosse e la strega rispose: "Oh, bhè, non voglio che ceni qui con noi, perché emana un'odore insopportabile,perciò ho dato ordine di non farlo entrare."

Il giorno dopo, mentre lo zar era fuori a caccia, la strega picchiò crudelmente il povero capretto e lo minacciò: "Appena lo zar ritorna, gli chiederò di mandarti al macello!" E così quando lo zar fu di ritorno, ella lo pregò ripetutamente di potersi sbarazzare di lui: "Sono stufa di averlo intorno." Il buon zar aveva pietà e non aveva cuore di uccidere il povero capretto, ma non c'era niente che potesse fare: la strega era irremovibile. Insistette così tanto ed esasperantemente che alla fine egli dovette suo malgrado acconsentire e diede ordine che fosse ucciso. Vedendo le lame del boia affilate per mandarlo al macello, egli si mise a piangere, corse dal re e lo supplicò di salvargli la vita: "O buon sovrano, lasciatemi andare, lasciatemi andare al mare, a lavarmi le budella." Lo zar acconsentì, ed egli corse al mare, si sedette sulla spiaggia e cominciò a belare fragorosamente:

"Alionushka, sorellina mia,
Affacciati, vieni qui, sulla riva.
Bruciano fuochi ardenti,
I paioli son già bollenti,
Le lame del boia sono ben affilate.
Presto mi uccideranno!"

Ella rispose:

"Ivanushka, fratellino mio,
la pietra pesante mi tiene in fondo al mare,
Il serpente crudele mi succhia le vene!"

Il capretto pianse e poi tornò a casa. A metà giornata di nuovo andò dallo zar a supplicarlo: "O buon sovrano, lasciatemi andare, lasciatemi andare al mare, a lavarmi le budella." Lo zar acconsentì, ed egli corse al mare, si sedette sulla spiaggia e cominciò a belare fragorosamente:

"Alionushka, sorellina mia,
Affacciati, vieni qui, sulla riva.
Bruciano fuochi ardenti,
I paioli son già bollenti,
Le lame del boia sono ben affilate.
Presto mi uccideranno!"

Ella rispose:

"Ivanushka, fratellino mio,
la pietra pesante mi tiene in fondo al mare,
Il serpente crudele mi succhia le vene!"

Poi tornò a casa, e di nuovo a metà giorno supplicò lo zar di lasciarlo andare a lavarsi al mare. Lo zar lo lasciò andare, ed egli sulla riva pianse ancora disperatamente:

"Alionushka, sorellina mia,
Affacciati, vieni qui, sulla riva.
Bruciano fuochi ardenti,
I paioli son già bollenti,
Le lame del boia sono ben affilate.
Presto mi uccideranno!"

Ella rispose:

"Ivanushka, fratellino mio,
la pietra pesante mi tiene in fondo al mare,
Il serpente crudele mi succhia le vene!"

Per la terza volta il capretto tornò a casa, e il re cominciò a chiedersi come mai continuasse ad andare e tornare dal mare. Ma poi ripeté la richiesta allo zar, il quale gliela concesse, ma stavolta volle seguirlo. Quando giunse anch'egli alla spiaggia, udì il capretto che piangeva disperato e chiamava la sorella:

"Alionushka, sorellina mia,
Affacciati, vieni qui, sulla riva.
Bruciano fuochi ardenti,
I paioli son già bollenti,
Le lame del boia sono ben affilate.
Presto mi uccideranno!"

Ella rispose:

"Ivanushka, fratellino mio,
la pietra pesante mi tiene in fondo al mare,
Il serpente crudele mi succhia le vene!"

Il capretto di nuovo chiamò ripetutamente la sorella. Allora Alionushka riuscì a nuotare e nuotando con fatica risalì in superficie. Lo zar l'afferrò, le strappò la pietra dal collo, e la portò a riva, dove le fece mille domande per capire cosa le fosse accaduto. Ella raccontò per filo e per segno al marito, il quale si rallegrò moltissimo di sapere la verità. Anche il capretto era pazzo di gioia, e finalmente tornarono tutti e tre insieme al palazzo, e il giardino tornò lo splendore che era prima. Lo zar ordinò che la strega fosse arsa viva e così fu. Da allora lo zar, la zarina e il capretto tornarono ad essere felici e contenti e ripresero a vivere allegramente, mangiando e bevendo tutti insieme come prima, per sempre.

(Traduzione dall'inglese di Valentina Vetere.)

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Questa fiaba è stata tradotta da me dall'inglese nel 2007. Chiunque desideri questo testo per le proprie pagine web, può prelevarla liberamente, purché ne citi cortesemente la fonte, senza linkare le immagini, e non spacci questa traduzione per opera sua, in segno di rispetto per il mio lavoro. Grazie. Vale76