Fiabe Classiche - J.Jacobs: Pelle di Gatto

(testo esaminato e tradotto da me; per favore, vedasi note a pié di pagina.)

Pelle di Gatto

(Immagine illustrativa: By Arthur Rackham, 1918 - P.D. dal sito: Art of Narrative. Passaci sopra con il mouse per ingrandirla.)

«More English Fairy Tales, 1894»

libro animato

C'era una volta un signore molto ricco, che aveva terre e case lussuose. Desiderava oltremodo avere un figlio maschio che ereditasse le sue fortune. Così quando sua moglie gli partorì una figlia, una bimba che più graziosa non poteva essere, decise che non ne voleva sapere niente, e che non avrebbe mai voluto vederla. La bimba crebbe e divenne una bellissima fanciulla, nonostante il padre non aveva mai voluto degnarla di uno sguardo, fino a quando ebbe quindici anni e fu in età da marito. Ma suo padre disse: "Voglio darla in moglie al primo che me la chiederà". Ed accadde che presto giunse un brutto vecchiaccio a chiedere la sua mano. La povera ragazza, non sapendo proprio come fare, andò a chiedere consiglio alla sua buona madrina, la quale le disse: "Dì che non lo accetterai per marito se non ti potrà dare un abito d'argento." La sua richiesta fu inaspettatamente accontentata, e le fu fatto fare un bellissimo abito d'argento; disperata, la ragazza non voleva ancora arrendersi, sicché tornò dalla madrina a chiedere di nuovo consiglio, ed ella le disse: "Dì che non lo accetterai per marito se non ti potrà dare un abito d'oro massiccio." Ma anche questa seconda richiesta fu accontentata, e questa volta la buona madrina consigliò: "Dì che non lo accetterai per marito se non ti potrà dare un abito fatto con le piume di tutti gli uccelli del cielo". Così fecero venire a palazzo un contadino che possedeva un enorme carico di piselli, il quale gridò a tutti gli uccelli del cielo, "Uccellini, c'è un pisello per ognuno di voi, e in cambio che ognuno di voi lasci giù una piuma." Così ogni uccello venne a beccare un pisello e a depositare in cambio una delle loro piume: e fu così che con tutte le piume che avevano messo insieme, poterono tessere un soprabito che diedero alla figlia del re; ma ancora una volta, lei non voleva sposarsi con il brutto vecchio, e tornò a chiedere consiglio alla buona madrina, la quale disse: "Dì che prima devono farti un abito di pelle di gatto". Ma quelli riuscirono a farle anche l'abito di pelle di gatto, cosicché sembrava proprio che questa volta ella dovesse arrendersi, ma senza farsi vedere, ella si mise addosso il vestito di pelle di gatto, fece un fagottino degli altri tre abiti, e fuggì via per i boschi..

Camminò e camminò, finché giunse alla fine del bosco e vide un bellissimo castello. Nascose i suoi bei vestiti e si diresse ai cancelli del castello per chiedere lavoro. La signora del castello l'accolse e le disse: "Sono spiacente di non potervi offrire niente di meglio di un posto come sguattera. Ma se lo volete, il lavoro è vostro". Ella accettò e fu accompagnata nella cucina, dove presero a chiamarla "Pelle di Gatto", a causa del suo vestito. Ma la cuoca era molto crudele con lei e lei conduceva una vita triste.

Accadde poco dopo che il figlio del signore del castello tornava a casa, e fu deciso di preparare un grande ballo per il suo ritorno. E quando i servi discussero fra loro di questo, ella disse alla cuoca: "Oh, quanto vorrei poterci andare." "Che cosa! Tu, sudicia sguattera, fra tutti i signori e signore eleganti, con la tua ripugnante pelle di gatto? Ahaha! Faresti proprio una gran bella figura!" E così burlandosi di lei, afferrò una bacinella d'acqua gelida e la gettò in faccia alla povera Pelle di Gatto. Ma la poverina non reagì in alcun modo. Quando arrivò la sera del ballo, Pelle di Gatto sgattaiolò fuori della casa ed andò al bordo della foresta, in cui aveva nascosto i vestiti. Si lavò il viso e il corpo in uno specchio d'acqua cristallino; indossò il suo bel vestito d'argento e corse al ballo. Era talmente bella che tutti rimasero incantati al vederla, e il giovane figlio del padrone perse immediatamente la testa per lei. Le chiese il primo ballo e poi volle ballare tutta la sera solo con lei. Quando venne il momento di separarsi, il giovane la pregò di dirgli dove vivesse; e Pelle di Gatto arrossì e rispose:

"Gentile Signore, se la verità devo dire,
Alla Bacinella d'acqua io sosto."

Allora volò via dal castello per indossare di nuovola sua pelle di gatto e risgattaiolò in cucina, senza farsi vedere dalla cuoca.

Il giorno dopo, il giovane andò dalla madre, la signora del castello, e dichiarò che avrebbe sposato soltanto la bella ragazza dal vestito d'argento e non avrebbe avuto pace finchè l'avesse ritrovata. Così i genitori organizzarono subito un altra festa da ballo, con la speranza la bella ragazza comparisse ancora. Quando Pelle di Gatto seppe la notizia, disse parlando con la cuoca: "Oh, come vorrei andarci!" Al che la cuoca gridò schernendola: "Che cosa! Tu, sudicia sguattera, fra tutti i signori e signore eleganti, con la tua ripugnante pelle di gatto? Ahaha! Faresti proprio una gran bella figura!" E così dicendo prese un grosso mestolo e lo ruppe sulla schiena di Pelle di Gatto. Ma a Pelle di Gatto non importava, e corse alla foresta, dove si fece il bagno come l'altra volta e indossò il secondo abito, quello d'oro massiccio, e così vestita corse al ballo. Non appena entrò tutti gli occhi furono su di lei; il figlio del padrone la riconobbe subito e volle ballare solo con lei. E quando venne di nuovo il momento del congedo, e lui le chiese dove abitava, lei rispose:

"Gentile Signore, se la verità devo dire,
Al Mestolo rotto io sosto."

Allora volò via dal castello per reindossare la sua pelle di gatto e sgattaiolò in cucina, senza farsi vedere dalla cuoca..

Il giorno seguente, quando il giovane non riuscì in alcun modo a trovare segni né della ' Bacinella d'acqua ', né del ' Mestolo rotto ', tornò ancora una volta da sua madre per chiedere che si facesse un'altra grande festa, nella speranza di vedere di nuovo la bella ragazza di cui era innamorato. Tutto accadde come le altre volte. Pelle di Gatto disse alla cuoca quanto avrebbe voluto al ballo, quella la denominò ' sudicia sguattera ' e le ruppe la macchina scrematrice in testa. Ma a Pelle di Gatto non importava, e corse alla foresta, dove si fece il bagno come l'altra volta e indossò il terzo abito, quello di piume, e così vestita corse al ballo. Quando entrò nella sala tutti furono incantanti di vedere un così bel viso e un corpicino così agghindato in un così particolare vestito; ma il figlio del padrone la riconobbe subito e la impegnò in balli tutta la sera. Quando il ballo terminò, ed egli tornò a chiederle dove vivesse, per tutta risposta, ella disse:

"Gentile Signore, se la verità devo dire,
Alla Scrematrice rotta io sosto."

e così dicendo era fuggita verso la foresta. Ma questo volta il giovanotto la seguì e la vide mentre si cambiava d'abito, e quando vide che indossava la pelle di gatto, vide che era la sguattera della cucina.

Il giorno seguente andò dalla madre, la signora del castello, e le disse che voleva sposare la sguattera, Pelle di Gatto. Ma la madre disse che non avrebbe mai acconsentito; il figliolo prese la cosa così male che dal dolore si ammalò. Il medico venne a visitarlo, ma il ragazzo replicò deciso che non avrebbe accettato nessuna pillola che non fosse venuta dalle mani di Pelle di Gatto. Così il medico disse alla signora del castello che suo figlio sarebbe sicuramente morto se ella non acconsentiva alla sua unione con Pelle di Gatto. Così, per amore di suo figlio, ella dovette arrendersi, e fece convocare la sguattera Pelle di Gatto. Ma la giovane indossò il suo bell'abito d'oro, e la madre del giovanotto vide che la sguattera era effettivamente la bella dama che aveva incantato tutti al ballo, e fu felice di sposare suo figlio con una ragazza piena di grazia come lei. Così i due giovani furono sposati, e presto ebbero un bellissimo bambino.

Un giorno, quando questi aveva quattro anni, una povera donna venne a mendicare alla porta del castello, e Lady Pelle di Gatto mise in mano al bambino dei soldi, e gli disse di andare a portarli alla mendicante. Il bimbo di Pelle di Gatto fece come gli disse la madre, e mise il denaro nella mano del bambino della donna, il quale si è appoggiò in avanti per baciare il piccolo lord. La cattiva cuoca, che da sopra aveva osservato tutta la scena, e disse, crudele: "Ecco come i marmocchi dei mendicanti s'intendono l'un con l'altro". Questo insulto giunse alle orecchie e al cuore di Pelle di Gatto, che ci rimase male. Decise così di andare a raccontare tutta la sua storia a suo marito, e lo pregò di mettersi in viaggio per cercare suo padre e scoprire che cosa era stato dei suoi genitori. Così entrambi si misero in viaggio nella carrozza del castello e attraversarono la foresta finché giunsero alla casa del padre di Pelle di Gatto. Mentre ella rimase a sostare in una locanda vicino, suo marito andò a parlare con il suocero.

Il padre di Pelle di Gatto, nel frattempo, non aveva più avuto altri figli, e siccome sua moglie era morta, alla fine era rimasto triste e solo al mondo. Quando il giovane lord lo vide, si avvicinò e gli chiese: "Signore, avevate forse voi una volta una giovane figlia che non avete più visto?" L'anziano gentiluomo rispose: "Sì, signore. Sono stato un duro padre: non volli più vedere mia figlia, e non ne ho saputo più niente. Ma ora darei tutti i miei beni per poterla vedere ancora una volta, prima di morire." Allora il marito di Pelle di Gatto gli raccontò tutto quello che era accaduto, e lo scortò alla locanda dove era la figlia, la quale poi portò via con sé il padre al suo nuovo castello, dove vissero tutti felici e contenti.

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(Documento creato il 1 aprile 2008 e aggiornato il 3 novembre 2011.)