Fiabe Classiche - F.lli Grimm: Il lupo e i sette capretti

(testo annotato e tradotto da me; per favore, vedasi note a pié di pagina.)

quadro fiaba

(«Der Wolf und die sieben Geißlein», di Heinrich Leutemann, o, Carl Offterdinger. [P.D.-Pubblico Dominio])

«Kinder und Hausmärchen» (n.5)

libro animato

C'era una volta una vecchia capra che aveva sette cuccioli, ed essa li amava tutti, proprio come una vera madre ama i suoi bambini. Un giorno volle recarsi nei boschi a procurarsi del cibo, così, chiamò a sé i suoi sette capretti e disse loro: "Bambini cari, io devo andare per boschi; state molto attenti al lupo, fate buona guardia, perché, se entra qui, vi mangerà uno per uno, con tutto il pelo e la pelle. Attenti, perché quel furfante ha l'abitudine di mascherarsi, ma voi potrete riconoscerlo subito dalla sua voce rauca e dalle zampe nere." I capretti risposero: "Mamma cara, ci staremo attenti. Va' pure tranquilla e non preoccuparti." La vecchia capra belò, e se andò tranquilla. Era appena uscita, quando si sentì bussare alla porta e gridare: "Aprite, bambini cari, vostra madre è qui, e ha portato qualcosa per ognuno di voi." Ma i piccoli capretti riconobbero la voce cavernosa del lupo, e risposero: "Noi non apriremo la porta. Tu non sei la nostra mamma: lei ha una voce dolce e gentile, mentre la tua è rauca. Tu sei il lupo." Allora, il lupo andò da un negoziante e comprò un grosso pezzo di gesso che mangiò, per ammorbidirsi la voce. Poi tornò a bussare alla porta dei sette capretti, gridando: "Aprite, miei cari, la vostra mamma è tornata e vi ha portato tante belle cose." Ma il lupo aveva appoggiato una delle sue zampacce nere sulla finestra, così, i figli della capra la videro e gridarono: "Noi non ti apriamo! Nostra madre non ha le zampe nere come le tue: tu sei il lupo!" Allora il brigante andò dal fornaio e disse: "Mi sono distorto un piede, massaggiamelo con un pò della tua pasta." Dopo che ebbe la zampa impastata, il lupo andò dal mugnaio e disse: "Spargimi un po' della tua farina bianca sulla mia zampa." E il mugnaio pensò: 'il lupo sta cercando di fregare qualcuno.' E si rifiutò di farlo; allora il lupo lo minacciò: "Se non fai subito quello che ti ho chiesto, ti divoro in un boccone." Il mugnaio si spaventò, e gli sbiancò subito la zampa con la farina. Eh sì, così è fatta la gente. Ora, quel furfante tornò a bussare per la terza volta alla porta dei sette capretti, e disse: "Aprite la porta, bambini miei, la vostra mammina è tornata, e ha portato dei regali per ognuno di voi." I capretti dissero: "Prima facci vedere la zampa, per capire se sei veramente nostra madre." Mise la zampa dentro, e quando videro che era bianca, credettero che fosse veramente la mamma, e aprirono la porta; ma ad entrare fu il lupo. Terrorizzati, cercarono in tutti i modi di nascondersi. Uno saltò sotto il tavolo, il secondo s'infilò nel letto, il terzo nella stufa, il quarto nella cucina, il quinto nella credenza, il sesto sotto il lavello, mentre il settimo si nascose nell'orologio a pendolo. Ma il lupo li trovò tutti, e senza indugiare li divorò uno dopo l'altro. Soltanto quello che si era nascosto nell'orologio si salvò, perché il lupo non l'aveva trovato. Dopo aver soddisfatto il suo appetito, uscì nella campagna, e si riposò sotto un albero e si addormentò.

Poco dopo, mamma capra fu di ritorno. Oh, che terribile spettacolo ebbe davanti agli occhi! La porta era spalancata; tavolo, sedie, e panche erano tutte sottosopra. Il lavello era frantumato, il letto disfatto. Cercò i suoi bambini, ma nessuno rispose; quando chiamò l'ultimo, ecco che una vocina flebile rispose: "Mamma cara, sono nascosto nell'orologio a pendolo." Andò ad aprire, ed esso le raccontò che era venuto il lupo e si era mangiato tutti i suoi fratelli. Potete immaginare quanto pianse la capra le sue creature. Alla fine, disperata, uscì dalla capanna insieme al piccolo che la seguiva. Arrivarono alla verde pianura, fino all'albero sotto il quale dormiva il lupo, russando così fragorosamente da far tremare i rami. Si avvicinò, e l'osservò da capo a piedi, e vide che qualcosa si agitava tutto dall'interno della sua enorme pancia. 'Oh, divina grazia,' pensò, 'vuoi vedere che i miei poveri bambini, ch'egli ha divorato, siano ancora vivi?' Allora, mandò il minore a casa a prendere forbici, ago e filo, e aprì la pancia del mostro. Aveva appena fatto un piccolo buco, che già uno dei suoi piccoli mise fuori il capo; allora continuò ad allargare la pancia, ed ecco che uno ad uno uscirono fuori tutti e sei, saltellando di gioia, tutti e sei ancora vivi. Non si erano fatti niente, in quanto il lupo, per via della sua enorme ingordigia, li aveva inghiottiti interi. Che felicità provarono! Abbracciarono la loro mamma, e saltellarono festosamente. Ma mamma capra disse: "Adesso andate a cercare tutti delle pietre molto grandi: gli riempiremo la pancia mentre dorme." I sette capretti portarono subito i massi, e misero nello stomaco del lupo tutti quelli che ci entravano; poi mamma capra si affrettò a chiudere e a ricucire, e il lupo non si accorse di niente. Quando finalmente si svegliò, e si mise in piedi, sentì il bisogno di andare alla fonte a bere, poiché le pietre che aveva nello stomaco gli avevano messo addosso un gran sete; ma quando cominciò a camminare e a muoversi, le pietre cozzarono una contro l'altra, sbatacchiando rumorosamente. Allora esso gridò:

"Rombano e ruzzolano
Nella mia pancia credevo fossero
Sei caprettini, invece sono pietroni
Belli e buoni."

Quando arrivò alla sorgente e si chinò per bere, i pesantissimi massi che aveva dentro, lo fecero cadere nell'acqua, ed esso annegò miseramente. Quando i sette caprettini videro la scena, accorsero tutti fuori e gridarono: "Il lupo è morto! Il lupo è morto!" E con la loro madre ballarono di gioia intorno alla sorgente.

(Traduzione dall'inglese di Valentina Vetere.)

separatore grafico

Questa fiaba è stata da me annotata, e tradotta dall'inglese. Fonte della mia traduzione, è il testo del professor Ashliman. Chiunque desideri la mia traduzione per i propri siti, può prelevarla liberamente, a condizione che citi cortesemente questo sito come propria fonte, senza linkare le immagini, e non spacci questa traduzione come opera sua, in segno di rispetto per il mio lavoro.

Qualora dovessi accorgermi che questa, o qualsiasi altra traduzione svolta di mio pugno, fosse presente in qualunque Sito senza espressivo riferimento a Paroledautore.net, potrei facilmente decidere di mandare un email al webmaster, amministratore, proprietario, o gestore del sito, con richiesta precisa di citazione della fonte, mentre per quanto riguarda un eventuale hot link sulle immagini presenti in questa pagina, potrei prevedibilmente optare per un cambiamento dell'indirizzo della stessa, o modifica del nome.

Grazie per l'attenzione. Vale76

(Documento creato ex novo il 9 ottobre 2011)