Fiabe Classiche - F.lli Grimm: Hansel (Hänsel) e Gretel.

(testo annotato e tradotto da me; per favore, vedasi note a pié di pagina.)

Hansel e Gretel

(Immagine illustrativa: By Jessie Willcox Smith, 1911 [P.D.-Pubblico Dominio.)

«Kinder und Hausmärchen», (dal 1812 al 1822) (n.15)

libro animato

Nei pressi di una grande foresta viveva un povero taglialegna con sua moglie e i suoi due bambini. Il ragazzo si chiamava Hänsel e la bambina Gretel. Avevano poco da mangiare, e una volta, quando una grande carestia colpì la zona, egli non poté più procurare alla sua famiglia neanche il pane quotidiano. Una sera, mentre era a letto preoccupato pensando ai suoi guai, sospirò e disse alla moglie: "Che cosa ne sarà di noi? Come potremo sfamare i nostri figli quando non abbiamo niente neanche per noi stessi?" "Sai cosa potremmo fare?" rispose la donna. "Domattina presto porteremo i bambini nel profondo della foresta, accenderemo il fuoco, daremo loro un tozzo di pane per uno, e poi li lasceremo da soli e ce ne andremo a far legna. La sera, non riusciranno a trovare la strada di casa, e ce ne saremo liberati." "No, donna" disse l'uomo, "io non lo farò: come potrei perdonare me stesso se abbandonassi i miei figli nel bosco? Di sicuro sarebbero sbranati dalle belve feroci." "Sciocco," disse lei, "così moriremo di fame tutti e quattro! In questo caso, puoi cominciare a fabbricare le bare per tutti." E non gli dette più pace finché alla fine il marito, a malincuore, acconsentì: "Poveri i miei bambini!" disse. Essi, nel frattempo, non erano riusciti ad addormentarsi a causa della fame, e sentirono tutto quello che la matrigna disse al padre; Gretel pianse amare lacrime e disse al fratello: "Per noi è finita!" "Sta' tranquilla, Gretel" rispose Hänsel, "e non preoccuparti. So io cosa fare." E appena gli adulti si furono addormentati, il ragazzo si alzò, si mise la giacca, aprì la porta di casa, e sgattaiolò fuori. C'era la luna piena, quella notte, e i ciottoli bianchi davanti alla casa luccicavano come monete d'argento; Hänsel si curvò a terra e se ne riempì le tasche, prendendo tutti quelli che poteva, poi, tornò in casa e disse: "Non preoccuparti, Gretel, dormi bene. Dio non ci abbandonerà." E se ne tornò a letto. Il mattino dopo, prima dell'alba, la donna venne a svegliare i bambini: "Alzatevi, pigroni. Andiamo nel bosco a far legna." Poi, diede ad ognuno un tozzo di pane, dicendo: "Ecco a voi il pranzo: non mangiatelo troppo presto, perché non avrete altro per tutto il giorno." Gretel mise il pane nel grembiule, poiché Hänsel aveva le tasche piene di sassi; poi, tutti insieme uscirono per recarsi nel bosco. Dopo che ebbero fatto un breve tratto, Hänsel cominciò a fermarsi ripetutamente guardandosi indietro, e il padre gli disse: "Hänsel, perché ti fermi sempre a guardare indietro? Sta' attento, adesso, e tieni il passo." "Oh, papà," rispose Hänsel, "guardo il mio gatto bianco ch'è seduto sul tetto mentre vuole dirmi arrivederci." La donna disse: "Sciocco, non è il tuo gatto: sono i raggi del sole riflessi sul comignolo." Difatti, non era il gatto che il ragazzo stava guardando, bensì i ciottoli bianchi che stava seminando sul sentiero, uno dopo l'altro. Quando furono nel bel mezzo della foresta, il padre disse: "Voi ragazzi raccogliete un po' di legnetti, così io vi accenderò il fuoco e potrete scaldarvi." Hänsel e Gretel fecero una montagnetta di rami, e con quelli il padre accese il fuoco; mentre bruciavano, la donna disse: "Sdraiatevi a riposare accanto al fuoco, mentre noi, intanto, andremo più avanti a far legna. Quando avremo finito, torneremo a prendervi." I bambini sedettero accanto al fuoco; quando fu mezzogiorno si divisero il pane, e quando udirono dei colpi di scure, pensarono che fosse il loro papà che tornava, invece, era soltanto un ramo ch'egli aveva legato ad un albero abbatutto, e che il vento faceva sbattere. Rimasero seduti lì a lungo ad aspettare, ma poi le palpebre si fecero pesanti e s'addormentarono. Quando finalmente si svegliarono, era già notte fonda; Gretel cominciò a piangere e disse: "E adesso, come faremo a tornare a casa?" Ma Hänsel la confortò, dicendo: "Aspetta un pochino, e vedrai che presto ci sarà la luna piena, e ci rischiarerà il cammino." Infatti la luna piena illuminò il sentiero nella notte, ed Hänsel prese per mano la sorella, e, insieme seguirono i ciottoli che, luccicando come monetine nuove di zecca, indicarono il sentiero; camminarono tutta la notte, e appena prima dell'alba, arrivarono a casa. Bussarono alla porta, e quando la donna aprì e vide che erano loro, esclamò: "Bambini cattivi, perché avete dormito tanto nel bosco? Abbiamo pensato che non voleste più tornare a casa!" Ma il padre fu raggiante nel rivedere i suoi figli, perché non aveva desiderato affatto abbandonarli.

Non molto tempo dopo ci fu un'altra grande carestia, e una sera i ragazzi udirono la madre dire al padre: "Siamo di nuovo rimasti senza niente da mangiare; ci resta soltanto una mezza pagnotta di pane, e poi non ci sarà più nulla. Dobbiamo sbarazzarci dei bambini: li riporteremo nel bosco, ma stavolta li lasceremo ancora più lontano, così non troveranno la via di casa. Se non faremo così, sarà la fine." L'uomo pensò, profondamente sconsolato: 'Sarebbe meglio dividere l'ultimo boccone con i bambini.' Ma la moglie non volle sentire ragioni, lo rimproverò e lo criticò aspramente, poiché chi dice sì la prima volta, deve poi acconsentire la seconda, ed egli dovette accettare il suo volere. I bambini erano rimasti svegli e avevano sentito tutto; quando i grandi dormirono, Hänsel si alzò ancora perché voleva raccogliere di nuovo i sassolini, ma la donna aveva chiuso a chiave la porta, ed egli non poté uscire, ma confortò ugualmente la sorellina, dicendo: "Non piangere, Gretel, e dormi tranquilla. Vedrai che Dio ci aiuterà." La mattina dopo, sul far del giorno, la donna venne a svegliarli e diede loro un pezzetto di pane, ancora più piccolo dell'ultima volta. Mentre camminavano, Hänsel sbriciolò la sua parte in tasca, e ogni tanto si fermava, per buttare a terra le briciole. "Hänsel, perché ti fermi sempre a guardare indietro?" gli chiese il padre, "guarda avanti e non fermarti." "Guardo il mio piccione che sta sul tetto: vuole dirmi arrivederci." "Sciocco," rispose la donna, "non è un piccione, è il sole che brilla sul comignolo." Ma, poco a poco, Hänsel disseminò le briciole di pane sul sentiero. La donna portò i bambini in una zona ancora più profonda della foresta, dov'essi non erano mai stati in vita loro. Accesero di nuovo un gran falò, e la madre disse loro: "Sedetevi qui, bambini, e se vi stancate potrete riposarvi un po'; io e vostro padre andiamo a far legna, e stasera torneremo a prendervi." A mezzogiorno Gretel divise il suo pane con Hänsel, poiché il ragazzo ebbe sparpagliato il suo sul sentiero, poi, si addormentarono, ma nessuno tornò a riprenderli, poveretti. Quando si svegliarono, era ormai notte fonda; Hänsel confortò la sorellina, dicendole: "Aspetta, e vedrai che quando ci sarà la luna, io riuscirò ad individuare le briciole di pane che ho seminato, ed esse ci indicheranno la via di casa." Quando apparve la luna i bambini si alzarono, ma non trovarono più alcuna briciola, perché i tanti uccelli del bosco che volavano di notte le avevano beccate tutte. Hänsel disse: "Troveremo ugualmente la strada." Ma non fu così: camminarono per tutta la notte e per tutto il giorno seguente, ma non riuscirono a trovare la via di casa e rimasero bloccati nella foresta. Erano terribilmente affamati, perché avevano trovato soltanto alcune piccole bacche selvatiche che crescevano sul terreno, e siccome erano così stanchi che le gambe stavano per cedere, a un certo punto si sdraiarono sotto un grande albero e si addormentarono. Il giorno dopo, era già il terzo mattino da che avevano lasciato la casa del padre. Ripresero a vagare in cerca della strada, ma riuscirono soltanto ad allontanarsi sempre di più nel fitto della foresta, e se non fossero stati soccorsi in breve tempo, sarebbero certamente morti. A mezzogiorno videro un piccolo uccello bianco come la neve posarsi su un ramo; cantava così meravigliosamente che si fermarono ad ascoltarlo. Quando smise di cinguettare, spiegò le ali e volò verso di loro, ed essi lo seguirono finché giunsero nei pressi di una casetta; l'uccellino si posò sul tetto, e quando i bambini si avvicinarono, videro che la casetta era fatta tutta di pane ed il tetto era fatto di torta, e le finestre di zucchero trasparente. "Ora potremo fare un ottimo pasto" disse Hänsel, "io mangio un pezzo di tetto, tu, Gretel, assaggia la finestra. Dovrebbe essere dolce." Hänsel si arrampicò, e ruppe un pezzetto di tetto per vedere che sapore aveva, mentre Gretel rimase in piedi davanti alle finestre e cominciò a sbocconcellarle. Poi udirono una voce dall'interno che diceva:

"Mordi, mordi, mordicchia,
la mia casetta chi rosicchia?"

Ed essi risposero:

"Il vento, il venticello;
il celeste bambinello."

Detto questo, continuarono a smangiucchiare, senza farsi distrarre; Hänsel, che aveva molto gradito il sapore del tetto, ne ruppe un altro pezzettone, mentre Gretel tirò fuori un altro pezzo rotondeggiante di finestra, poi, la porta si aprì, e una donna, vecchia come il cuculo che si appoggiava ad un bastone, venne fuori gridando. Hänsel e Gretel si spaventarono talmente che lasciarono cadere quello che avevano in mano. Ma la vecchina scosse il capo e disse: "Oh, cari bambini, chi vi ha condotti qui? Ma prego, venite dentro e restate qui con me. Nessuno vi farà del male." Li prese per mano e li portò in casa; lì, servì loro un lauto pranzo, composto da latte e frittelle con lo zucchero, mele, e noci. Dopo averli sfamati, preparò due candidi letti rifatti di fresco, e li mise a dormire. Hänsel e Gretel si addormentarono pensando di essere in Paradiso. Ma la vecchina aveva solo finto di essere buona e gentile: in realtà, era una strega cattiva che dava la caccia ai bambini, e che aveva costruito la casa di pane per attirarli e catturarli, con l'intento di ucciderli, cucinarli e mangiarli. E quello fu per lei un giorno di festa. Le streghe hanno gli occhi rossi e non riescono a vedere da lontano, ma hanno un olfatto simile a quello degli animali, e riescono a sentire l'odore di carne umana anche a distanza, e quando Hänsel e Gretel s'avvicinarono, essa si era fregata le mani dalla gioia, e sogghignando beffardamente tra sé, aveva pensato: 'Eccoli; li ho presi in trappola, e non mi scapperanno.' Il mattino dopo, mentre dormivano ancora, la strega si alzò, andò nelle loro camere, e li osservò dormire beatamente, con le belle gote rosee. 'Saranno un buon boccone', pensò; poi, afferrò Hänsel con le sue manacce avvizzite; lo trascinò nella stia e lo chiuse in gabbia. Il ragazzo gridò con tutto il fiato che aveva in gola, ma nessuno poteva sentirlo. Poi andò a svegliare Gretel, scuotendola, e gridò: "Alzati, sfaticata! Vammi a prendere dell'acqua per cucinare qualcosa di buono a tuo fratello. L'ho chiuso in gabbia nella stia ad ingrassare, e quando sarà bello grasso, me lo papperò." Gretel cominciò a piangere, ma fu inutile: dovette fare tutto quello che la strega le ordinava, e da quel momento, ad Hänsel furono serviti i migliori manicaretti, mentre ella dovette accontentarsi di gusci di gamberi. Ogni mattina la vecchia strega avanzava furtivamente nella stia e gridava: "Hänsel, metti fuori un dito, così sento se sei ingrassato." Ma il ragazzo le porgeva un ossicino, e la vecchia, che era mezza cieca, pensando che fosse veramente il dito di Hänsel, si domandava come mai non ingrassasse.

Passarono quattro settimane, ma Hänsel sembrava sempre magro; così, la strega perse la pazienza e non volle più aspettare. "Gretel!" gridò, "spicciati a portare l'acqua. Grasso o magro, domani ammazzo Hänsel e lo metto a bollire." Potete immaginare i singhiozzi della povera Gretel, quando fu costretta a portare l'acqua. Le lacrime le scendevano copiose sulle guance; "Dio mio, aiutaci!" implorava disperata. "Se solo le belve selvatiche ci avessero divorato, almeno saremmo morti insieme." "Smettila di singhiozzare," esclamò la strega, "tanto non ti servirà a niente." Il mattino seguente Gretel dovette alzarsi presto, riempire il calderone d'acqua e accendere il fuoco. "Per prima cosa faremo il pane," disse la strega, "ho già acceso il fuoco nel forno e preparato l'impasto." Spinse la povera Gretel verso il forno, nel quale ardevano le fiamme. "Arrampicati su e vedi se è abbastanza caldo per infornare il pane" disse la vecchia, con l'intenzione di buttarcela dentro per cuocere anche lei e poi mangiarsela. Ma Gretel indovinò il suo pensiero, e disse: "Non so come si fa. Come faccio a entrarci?" "Che oca che sei" rispose la strega, "l'apertura è grande abbastanza: vedi? Potrei entrarci io stessa." Si trascinò fino all'apertura e mise la testa dentro al forno; allora, Gretel le diede uno spintone, e la fece ricadere all'interno, poi, chiuse lo sportello, sprangandolo con la sicura. La vecchia cominciò ad urlare fragorosamente, ma Gretel corse via, e la perfida strega finì per bruciare miseramente. Gretel corse a liberare il fratello, esultando: "Hänsel, siamo salvi! La vecchia strega è morta." Allora Hänsel saltò fuori dalla gabbia, come un uccello prigioniero quando viene liberato. Potete immaginare la loro felicità! Si buttarono le braccia al collo, saltando di gioia e baciandosi reciprocamente, e, sapendo che non avevano più nulla da temere, si misero a frugare in tutte le stanze della casa; in ogni angolo c'erano ceste colme di perle e pietre preziose, e se ne riempirono le tasche. "Queste valgono di più dei ciottoli" disse Hänsel. E Gretel: "Me ne porterò qualcuna a casa anch'io" e si riempì il grembiule. "Ora dobbiamo andarcene da qui" disse Hänsel, "e uscire da questo bosco incantato." Dopo aver camminato per qualche ora, arrivarono sulle sponde di un grande fiume. "Non possiamo attraversare!" disse Hänsel, "non vedo né ponti, né passerelle." E Gretel disse: "Non ci sono barche, ma laggiù vedo un'anatra che nuota. Forse possiamo chiederle il piacere di portarci dall'altra parte." E così dicendo, disse:

"Anatroccolo, anatroccolo, corri!
Hänsel e Gretel qui soccorri.
Nessun ponte per attraversare il fiume,
prendici dunque per favore sulle tue bianche piume."

L'anatroccolo venne, e fece sedere Hänsel sul dorso, ed egli invitò la sorella a fare altrettanto. "No," rispose Gretel, "in due peseremmo troppo per l'anatroccolo: ci porterà a riva uno alla volta." Così fece la buona bestiola, e presto furono in salvo sull'altra sponda del fiume. Ripresero il cammino, finché ben presto il sentiero cominciò a risultar loro famigliare, e finalmente intravidero a breve distanza la casa del padre; allora, cominciarono a correre, finché balzarono dentro, e buttarono le braccia al collo al loro papà. Il pover'uomo non aveva più avuto una sola ora di bene, da quando aveva abbandonato i suoi bambini nel bosco, ma poi la moglie morì. Gretel aprì il grembiule, rovesciando le gemme e le perle nella stanza, e Hänsel fece lo stesso, gettando manciate sopra manciate di gioielli che aveva tenuto in tasca. Così, le loro pene finirono, e vissero insieme felici e contenti.

Stretta la foglia,
Larga la via,
Dite la vostra
Che io ho detto la mia.

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Questa fiaba è stata da me annotata, esaminata e tradotta in italiano. La fonte della mia disamina è l'edizione in lingua inglese curata dal Professor D. L. Ashliman, ex-docente dell'Università di Pittsburgh, e reperibile a questo link. Chiunque desideri questo testo per i propri siti, può prelevarlo liberamente, a condizione che citi cortesemente questo sito come propria fonte, senza linkare le immagini, e non spacci questa traduzione come opera sua, in segno di rispetto per il mio lavoro.

Qualora dovessi accorgermi che questa, o qualsiasi altra traduzione svolta di mio pugno, fosse presente in qualunque Sito senza espressivo riferimento a Paroledautore.net, potrei facilmente decidere di mandare un email al webmaster, amministratore, proprietario, o gestore del sito, con richiesta precisa di citazione della fonte, mentre per quanto riguarda un eventuale hot link sulle immagini presenti in questa pagina, potrei prevedibilmente optare per un cambiamento dell'indirizzo della stessa, o modifica del nome.

Grazie per l'attenzione. Vale76

(Documento totalmente revisionato e creato ex novo il 16 ottobre 2011)

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Anche in questo caso, riportiamo alcune note osservate dal Prof.Ashliman.

  • «The Grimm brothers (especially Wilhelm) made substantial changes to this tale throughout its publication history. The most significant changes came with the second edition (1819), although Wilhelm continued to revise the stories until their final edition (no. 7, 1857).
  • The most substantive alteration in the text of "Hansel and Gretel" is transformation of the children's mother into a stepmother. In both the manuscript version (1810) and the first printed edition (1812) of this well-known tale, the woodcutter's wife is identified unambiguously and repeatedly as "the mother." The second edition is equally clear in identifying the woodcutter's wife as Hansel's and Gretel's mother. However, with the fourth edition (1840) the Grimms introduced the word "stepmother," although they retained the word "mother" in some passages. The Grimms' final version of the famous tale (seventh edition, 1857) refers to the woodcutter's wife once as "the stepmother," twice as "the mother," and about a dozen times generically as "the woman."
  • Whereas the children's mother/stepmother grows harsher in succeeding editions, their father grows more introspective and milder, perhaps too mild, for he is unwilling or unable to stand up to his domineering wife. "It would be better to share the last bit with the children." he thinks, in a passage added already in the 1819 edition, but his wife will not listen to him.
  • In keeping with revisions made to other tales, Wilhelm added numerous small embellishments to "Hansel and Gretel," making the tale more dramatic, more literary, and more sentimental in succeeding editions. The most prominent example in this regard is the addition of the episode describing the children's escape from the sinister woods across a large body of water, one at a time, on the back of a duck.»

Traduzione:

  • «I fratelli Grimm (in particolare, Wilhelm) apportarono dei sostanziali cambiamenti al racconto durante gli anni della sua pubblicazione. I più significativi si registrano con la seconda edizione (1819), anche se Wilhelm continuò a revisionare il testo fino all'edizione finale (ossia, la settima, del 1857).
  • L'alterazione più considerevole nel testo di "Hansel e Gretel" è la trasformazione della madre dei bambini, in matrigna. Sia nel manoscritto del 1810 che nella prima edizione stampata del 1812 di questa celebre fiaba, la moglie del taglialegna è identificata ripetutamente e inequivocabilmente come «la madre.» Anche nella seconda edizione è chiaramente indicato che si tratta della madre. Tuttavia, con la quarta edizione del 1840, i Grimm introdussero il termine «matrigna», nonostante la parola «madre» fu mantenuta in alcuni passaggi. La versione finale del 1857 identifica ancora una volta la moglie del taglialegna come «la matrigna», due volte come «la madre», ed una dozzina di volte con il termine generico di «donna»
  • Mentre la madre/matrigna diventa sempre più crudele con il proseguo delle pubblicazioni, il padre diventa più introspettivo e mite (forse anche troppo, dal momento che pare incerto o incapace di ribellarsi al volere della moglie dominante). Egli, infatti, in paragrafo aggiunto già nell'edizione del 1819, pensa: 'sarebbe meglio dividere l'ultimo boccone con i bambini', ma la moglie non vuole sentire ragioni.
  • Mantenendosi coerente con le revisioni apportate ad altri racconti, Wilhelm aggiunse numerosi piccoli abbellimenti al testo, rendendolo più drammatico, più letterario, e via via più sentimentale nelle successive riedizioni. L'esempio più rilevante in tal senso, è l'aggiunta dell'episodio che descrive la fuga dalla casa della strega, e dell'attraversamento del fiume con l'aiuto dell'anatroccolo (episodio mancante nella prima edizione).»

Come abbiamo visto, quindi, analogamente al caso di Biancaneve, anche nella fiaba di Hansel e Gretel è la loro stessa mamma, e non una matrigna, che cerca di liberarsi delle due bocche in più da sfamare. Evidentemente, anche questa fiaba fu in parte edulcorata, in risposta ai ben pensanti dell'epoca che non avrebbero accettato la tesi della figura materna crudele e spietata.