Favole Classiche - Esopo - 243: Il topo di città e il topo di campagna

il topo di cittą e il topo di campagna

«Favole»

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Un giorno il topo di città andò a trovare il cugino di campagna. Questo cugino era di modi semplici e rozzi, ma amava molto l'amico di città e gli diede un cordiale benvenuto. Lardo e fagioli, pane e formaggio erano tutto ciò che poteva offrirgli, ma li offrì volentieri. Il topo di città torse il lungo naso e disse: "Non riesco a capire, caro cugino, come tu possa tirare innanzi con un cibo così misero ma certo, in campagna non ci si può aspettare di meglio. Vieni con me, ed io ti farò vedere come si vive. quando avrai trascorso una settimana in città, ti meraviglierai di aver potuto sopportare la vita in campagna!" Detto fatto, i due topi si misero in cammino e arrivarono all'abitazione del topo di città a notte tarda. "Desideri un rinfresco, dopo un viaggio così lungo?" domandò con cortesia il topo di città; e condusse l'amico nella grande sala da pranzo. Qui trovarono i resti di un ricco banchetto e si misero subito a divorare dolci, marmellata e tutto quello che c'era di buono.

Ad un tratto udirono dei latrati. "Che cos'è questo?" chiese il topo di campagna. "Oh, sono soltanto i cani di casa" rispose l'altro. "Soltanto!" esclamò il topo di campagna. "Non amo questa musica, durante i pasti." In quell'istante si spalancò la porta ed entrarono due enormi mastini: i due topi ebbero appena il tempo di saltar giù e di correre fuori. "Addio, cugino" disse il topo di campagna. "Come! Te ne vai così presto?" chiese l'altro. "Si" replicò il topo di campagna: "Meglio lardo e fagioli in pace che dolci e marmellata nell'angoscia."