Favole Classiche - Esopo - 245: Il naufrago e il mare
«Favole»
Un naufrago, gettato a riva dalle onde, dormiva sfinito dalla stanchezza; ma dopo un pò di tempo, levatosi in piedi, come vide il mare, cominciò a rimproverarlo, poiché esso allettava con la sua gentilezza d'aspetto gli uomini, per poi, dopo averli accolti nelle sue acque, diventare selvaggio e farli perire. E il mare, presa forma di donna, gli disse: "Senti, amico, non devi rimproverare me, ma i venti: infatti, io per natura sono come mi vedi, ma essi mi assalgono all'improvviso e mi rendono tempestoso e selvaggio."
Così dunque bisogna che anche noi, quando subiamo ingiustizie, non accusiamo quelli che le operano materialmente, se sono stati comandati da altri, bensì i mandanti.