Fiabe Classiche e Popolari Italiane - Domenico Comparetti: Il cestello (Jesi, Marche.)

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«Novelline Popolari Italiane», 1875

libro animato

C'era una volta una madre vedova con una figlia, che un giorno si risposò con un uomo che aveva anche lui una figlia; alla sua voleva bene, ma all'altra no: infatti, le mandava tutte e due a prendere l'acqua alla fonte, ma mentre alla sua propria figlia dava in uso una piccola brocca, l'altra doveva andarci con un cestello; ma il cestello non era adatto a contenere liquidi, e la poveretta perdeva l'acqua per la strada, e di conseguenza, poi, la madre la menava tutti i giorni.

Un giorno in cui la ragazza era intenta ad attingere alla fonte con il cestello, a un tratto questo le sfuggì di mano e le scivolò per la valle; allora si mise a correre velocemente, e a tutti diceva: «Avete visto per caso il mio cestello?» E la gente le rispondeva: «Scendi più giù che lo troverai.» Scese a valle, e lì vi trovò una vecchia che si spulciava e le chiese: «Avete visto passare il mio cestello?» E la vecchia rispose: «Vieni qui, che il cestello te l'ho recuperato io. Ma senti, vieni un po' qui a vedere che cos'ho sulle spalle. Sento un pizzicore! Che ci vedi?» La ragazza le tirò via un sacco di porcherie, ma poi, per non mortificare la vecchia, e le rispose: «Non ci vedo niente, nonnina mia» e quando finì di esaminarle per bene le spalle, quella vecchia disse alla fanciulla: «Vieni con me.» La portò in una stalla, e le mostrò un sacco di cavalli, e le disse: «Quale vorresti dei due? Quello brutto o quello bello?» E lei le rispose: «Quello più bruttino.» «Invece ti voglio dare quello più bello» e glielo diede. Dopo, la condusse in una stanza e le diede un bel mucchio di biancheria e tanti quadri, e poi le disse: «Vai a casa, e quando sentirai cantare il gallo, voltati, mentre quando raglierà l'asino, no.» La fanciulla tornò a casa, e quando il gallo cantò ella si voltò, e le comparve una bella stella sulla fronte, e la madre subito le disse: «Chi è che ti ha dato tutta questa roba?» «Mamma, me l'ha data una vecchia, perché l'ho aiutata a spulciarsi.» E la madre: «Adesso sì che ti voglio bene! Da oggi tu andrai a prendere l'acqua con la brocca, e il cestello lo daremo a tua sorella.» Ma poi, senza farsi sentire, disse alla figlia vera: «Vai a prendere l'acqua col cestello, e poi buttalo via e vai a cercarlo: speriamo bene che tu sia fortunata come tua sorella!» La ragazza fece come aveva detto la madre: buttò di proposito il cestello nel fiume e poi andò a cercarlo; più a valle trovò la solita vecchia, alla quale chiese: «Avete visto il mio cestello?» E la vecchia rispose: «Vieni, vieni, che te l'ho trovato io; ma già che ci sei, vedimi un po' cos'ho sulle spalle che mi pizzica tanto!» La ragazza andò a vedere e cominciò ad ammazzarle le pulci; poi la vecchia le chiese: «Allora, che cos'ho che mi dà così fastidio?» E quella: «Siete piena di pulci e di pidocchi da fare schifo.» Allora la vecchia la portò nella stalla dei cavalli, e le disse: «Quale vuoi?» «Quello più bello.» Ma la vecchia: «Ti darò quello più bruttarello» e gliene diede uno tutto spelacchiato e pieno di piaghe. Poi la condusse in una stanza e le chiese: «Che roba vuoi?» «Quella più bella»; invece le diede solo stracci e poi le disse: «Quando raglia l'asino, voltati; quando, invece, canterà il gallo, non muoverti.» La ragazza se ne tornò a casa, e quando il somaro ragliò lei si voltò e le spuntò una bella coda asinina sulla fronte; allora si mise a piangere, e disse:

«Mamma mia, dindò, dindò
Più ne taglio e più ne ho.»

In seguito, la sorella più bella fu chiesta in sposa dal figlio del re. Quando lo seppe la madre, le disse: «Oggi c'è da pulire quella botte, e per farlo dovrai entrarci dentro tu.» La figliola ubbidì, e subito la madre ce la chiuse dentro. Mise a bollire dell'acqua, e l'altra figlia poi andò giù in cantina. Così, disse alla sorella: «Che ci fai dentro a 'sta botte?» E la fanciulla le rispose: «Sono qui perché devo sposare il figlio del re.» E quell'altra: «Beata te!» «Vuoi fare a cambio, così te lo sposi tu?» E così fecero: la brutta entrò nella botte, e la bella tornò giù dal padre. La matrigna, nel frattempo, credendo di liberarsi della figlia del marito, quando l'acqua fu bella bollente, la riversò tutta nella botte, finendo per ammazzare invece la sua stessa figlia. Al che, si mise a piangere e a strepitare. Dopodiché, ecco sopraggiungere il marito, il quale, essendo già al corrente dei fatti, addio, giù a riempirla di bastonate.

Infine, la figlia bella del marito si sposò con il figlio del re e visse a lungo felice e contenta.

Larga la foglia, stretta è la via,
Dite la vostra ch'io ho detto la mia.

(Jesi)

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Il testo originale dialettale di questa fiaba marchigiana è stato da me tradotto in italiano, e proviene dal volume "Novelline popolari italiane" del Comparetti, ed è reperibile a questo link. La fiaba fu successivamente ripresa e rielaborata da Italo Calvino, e reintitolata "L'acqua nel cestello". La fonte originale del Comparetti fu il prof. Antonio Gianandrea, che registrò la fiaba orale e la trasferì in forma scritta. Chiunque desideri questo testo per le proprie pagine web, può prelevarlo liberamente, seguendo le medesime condizioni regolate dalla licenza Creative Commons 3.0 indicata in questa pagina, in segno di rispetto per il mio lavoro.

Si ricorda, inoltre, di non fare hot link sulle immagini. Grazie per l'attenzione. Valentina.

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(Documento lo 11/12/2013.)