Fiabe Classiche - Asbjørnsen e Moe: Haken Barbadirame

(Testo esaminato, e tradotto da me; per favore, vedasi note a pié di pagina.)

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(Immagine illustrativa: by Arthur Rackham. Anteriore al 1923. Via Wikimedia Commons. Passaci sopra il mouse per ingrandirla.)

«Norske Folkeeventyr», 1842-1870

libro animato

C'era una volta una principessa così altezzosa e impertinente che nessun pretendente andava bene per lei. Si prendeva gioco di tutti, respingendoli, uno dopo l'altro; ma ciò nonostante ogni giorno nuovi corteggiatori affluivano al palazzo del re, attirati dalla fama della sua bellezza.

Un giorno giunse un principe a chiedere la sua mano; il suo nome era Haken Barbadirame. Accadde, però, che durante la prima notte in cui egli fu ospitato a palazzo, la principessa diede ordine di tagliare le orecchie a uno dei cavalli del principe, e di incidere le mascelle dell'altro fino alle orecchie. Quando, il giorno dopo, il principe fu pronto per ripartire, ella era presso il portico ad aspettarlo e lo guardò: "Bene, non ho mai visto niente del genere in tutta la mia vita; il pungente vento del nord che soffia da queste parti ha soffiato così forte da aver strappato via le orecchie a uno dei vostri cavalli, e l'altro è rimasto talmente a bocca aperta dallo stupore che la mascella gli è arrivata alle orecchie!" disse beffeggiandolo, scoppiando in una grossa risata; poi rientrò, sbattendo la porta e lasciò che lui se ne andasse. E fu ciò che il principe fece, pensando tra sé che un giorno gliel'avrebbe fatta pagare.

Passato un pò di tempo, si fece crescere una lunga barba di muschio, indossò un'ampia giacca di pelliccia, e si acconciò da mendicante. Andò da un orafo e comprò una rocca d'oro e partì alla volta del palazzo della principessa; si piazzò sotto la sua finestra e cominciò a limare e ad accomodare la rocca che necessitava di un sostegno. Quando la principessa si alzò dal letto, guardò fuori dalla finestra, e alla vista di quella bella rocca d'oro, chiese al mendicante di vendergliela. "Non è in vendita" rispose quello, "ma se mi lasciate dormire fuori della porta della vostra camera da letto stanotte, ve la darò." La principessa ritenne questo un buon affare, pensando che non c'era alcun pericolo per lei nel lasciarlo dormire fuori della porta, ed acconsentì. Haken Barbadirame si coricò fuori della porta della sua stanza, e in questo modo ella ottenne la rocca d'oro; ma durante la notte il poveretto si sentì congelare dal freddo. "Accidenti, si gela qui fuori. Per favore, fatemi entrare" pregò. "Siete fuori di senno." rispose la principessa. "Non potete immaginare che freddo insopportabile fa qui fuori, vi prego, fatemi entrare" chiese ancora il mendicante. "Zitto, zitto! Se mio padre sapesse che ho ospitato un uomo in casa, avrei un sacco di guai!"disse ella. "Vi prego, morirò congelato. Fatemi entrare, dormirò per terra" disse Haken Barbadirame. Insomma, non ci fu niente da fare: dovette proprio farlo entrare; il mendicante si accovacciò sul pavimento e si addormentò.

Passò altro tempo, e Haken Barbadirame tornò sotto le finestre della principessa, e si mise a limare i sostegni della rocca, poiché neanche quelli erano finiti. Quando ella si accorse della sua presenza, aprì la finestra e gli chiese che cosa mai avesse per le mani. "Oh, soltanto i sostegni per quella rocca d'oro di Vostra Altezza. Ho pensato che ne aveste bisogno e li ho portati." "Quanto vuoi per quelli?" chiese la principessa. Il mendicante rispose che non erano in vendita, ma che glieli avrebbe ceduti in cambio di una notte sul pavimento della sua camera. Acconsentì, ma lo pregò di starsene però tranquillo senza lamentarsi e senza dire «Accidenti». Haken Barbadirame promise che non avrebbe disturbato nessuno, ma durante la notte ricominciò a rabbrividire e ad agitarsi, chiedendo di potersi avvicinare un pochino al letto, perché presso la porta faceva troppo freddo. Anche questa volta la principessa dovette accontentarlo per non avere noie con suo padre, che avrebbe potuto sentire i lamenti del mendicante. Così, Haken Barbadirame dormì accanto al letto della principessa e dormì come un ghiro.

Dopo questi eventi non si fece vedere per un bel pò di tempo, ma quando tornò, aveva con sé un bellissimo arcolaio d'oro; e come le altre volte, si sedette sotto le finestre della principessa e cominciò a limarlo e ad accomodarlo. Tutto si svolse come le altre volte: quando la principessa vide l'arcolaio d'oro, volle sapere per quanto egli fosse disposto a vederglielo. "Non lo vendo per denaro, ma se mi lasciate dormire una notte nella vostra stanza, con la testa appoggiata al letto, ve lo regalerò" rispose Haken Barbadirame. La principessa acconsentì anche questa volta, ma si raccomandò che per nessuna ragione egli avrebbe dovuto lamentarsi e fare rumore; egli promise che avrebbe fatto del suo meglio per non disturbare, ma durante la notte ricominciò a gelarsi e a battere i denti. "Oddio, che freddo! Vi prego, lasciatemi coricare nel vostro letto per scaldarmi un pò" pregò Haken Barbadirame. "Ma siete diventato matto?" rispose la principessa. "Per favore, per favore, fatemi coprire!" disse egli. "Tacete, per l'amor del cielo!" disse la principessa. "Se mio padre scopre che siete qui, mi farà tagliare la testa!" "Signore, fa così freddo! Vi prego, lasciatemi venire nel vostro letto!" disse ancora Haken Barbadirame, battendo i denti così forte da far tremare tutta la stanza. Non ci fu niente da fare, ella dovette proprio farlo entrare nel suo letto, e lì si addormentò.

Ma dopo qualche tempo, la principessa ebbe un figlio, e la cosa naturalmente mandò in bestia il re, che fu sul punto di ucciderli entrambi. Dopo poco tempo giunse Haken Barbadirame, quasi per caso, e si sedette in cucina, come qualsiasi altro mendicante. Quando la principessa lo vide, corse da lui a pregarlo: "Oh, grazie a Dio siete tornato! Avete visto che disgrazia mi avete procurato? Mio padre è quasi scoppiato dalla rabbia, vi prego, portatemi via con voi!" "Ma voi siete abituata troppo bene per la vita che conduco io" disse Haken, "io non ho nemmeno una casa, e mi dite come farò a mantenervi, se a malapena riesco a procurarmi da vivere me stesso?" "Il mio destino è segnato, morirò comunque, se resto qui, perché mio padre mi ucciderà." E così alla fine partì con il mendicante, come lo chiamava lei, e camminarono a lungo, molto a lungo, e non se la passò molto bene. Quando lasciò le terre di suo padre per entrare in altre terre, ogni volta chiedeva di chi fossero, e il mendicante rispondeva: "Oh, sai, sono di  Haken Barbadirame." "Ecco, se l'avessi sposato ora non starei a vagare in compagnia di un mendicante.." diceva tristemente la principessa. E così, davanti a un nuovo castello, a una foresta, o a un parco, ripeteva sempre la stessa domanda, e il mendicante le forniva puntualmente la stessa risposta: "Il proprietario qui è Haken Barbadirame." E ogni volta cresceva il rimpianto di non averlo accettato per marito. Alla fine del viaggio giunsero a un palazzo presso il quale il mendicante spiegò di essere conosciuto, dove sperava di poter ottenere un pò di lavoro, così avrebbero potuto tirare avanti. Costruì una capanna per entrambi ai bordi del bosco, e ogni giorno si recava alla reggia a spaccar legna e a trasportare l'acqua alle cucine, e al ritorno portava con sé gli avanzi di carne, che però duravano ben poco.

Un giorno, di ritorno dal palazzo, disse alla moglie: "Domani resterò io a casa con il bambino, e in cambio dovrai andarci tu, perché il principe ha detto che devi dare una mano a preparare il pane." "Il pane?" disse la principessa. "E chi l'ha mai fatto? Non ho mai infornato in vita mia." "Dovrai andarci lo stesso" disse Haken, "il principe vuole così. Se non sai infornare, vorrà dire che imparerai osservando gli altri, e non dimenticarti, prima di andar via, di rubare un pò di pane anche per me." "Rubare? Di rubare non sono capace" replicò la principessa. "Imparerai anche questo" disse il mendicante, "vedi bene in che condizioni siamo costretti a vivere; ma fai molta attenzione a non farti scoprire dal principe, perché ha occhi dappertutto."

Così, mentre ella si diresse al palazzo, Haken sgusciò via dalla capanna e raggiunse la reggia prima di lei, si spogliò degli stracci che indossava, e rimise i suoi abiti regali. La principessa fece come Haken le aveva detto, e andò in cucina; rubò abbastanza pane da riempirsene le tasche, ma proprio mentre stava per andarsene, ecco che fu sorpresa dal principe, che disse: "Non sappiamo niente sul conto della moglie di Haken Barbadirame; sarà bene controllare che non abbia rubato niente." Frugò egli stesso nelle sue tasche, con grande imbarazzo di lei, e quando trovò il furto del pane, si arrabbiò moltissimo. Ella cominciò a piangere e a lamentarsi, giustificandosi: "È stato il mendicante a costringermi a farlo, non ho potuto farne a meno." "Ebbene," proferì alla fine il principe, "meriteresti una severa punizione, ma per pietà del mendicante, ti sarà condonato tutto." Come lei si avviò verso casa, il principe si tolse gli abiti regali, indossò di nuovo il giaccone e la finta barba, e fece in modo da arrivare alla capanna prima di lei. Quando ella entrò, lo trovò intento a badare al bambino. "Mi hai fatto fare una cosa che non fa parte della mia indole e che non volevo proprio fare, ma è stata la prima e l'ultima volta." E così dicendo gli raccontò tutti i fatti accaduti con il principe.

Qualche giorno dopo, Haken Barbadirame disse ancora: "Oggi resterò io a badare al bambino; tu devi andare a palazzo, perché ammazzeranno un maiale, e ci vuole il tuo aiuto per fare le salsicce. "Io, a fare salsicce?" proferì la principessa, "sono buone, le ho mangiate diverse volte, ma non le ho mai fatte in vita mia!" Il mendicante replicò che ad ogni modo doveva andare perché era volere del principe, e che se non sapeva farle, bastava che seguisse il lavoro degli altri; e detto questo, le comandò di rubarne un pò e di portargliene a casa. "Neanche per sogno," replicò ella, "non ti ricordi più cosa mi è successo l'ultima volta?" "Eh bhè, imparerai. E poi chi lo sa che questa volta tu la faccia franca?" disse Haken. Poi, come l'altra volta, quando lei fu fuori della capanna, lui fece una corsa, e raggiunse la reggia prima di lei; si rivestì dei suoi bei abiti regali, e l'aspettò in cucina. La principessa fece le salsicce insieme agli altri, poi fece come le aveva imposto il marito: si riempì le tasche di salami e salsicce. E quando fu sul punto di andarsene, riecco il principe, dire: "La moglie del mendicante è stata di mano lunga, l'ultima volta. Sarà meglio controllare che non si sia data da fare anche questa volta." Così cominciò a frugarle nelle tasche, e alla vista del maltolto andò nuovamente su tutte le furie, gridando e minacciando di chiamare le autorità e farla sbattere dentro. "Vi prego, Maestà, abbiate pietà di me e lasciatemi andare!"supplicò ella, piangendo amaramente, "ho fatto solo ciò che mi ha imposto mio marito." E il principe: "Meriteresti di essere castigata a dovere, ma per pietà del mendicante, ti condonerò il furto anche questa volta." E la lasciò andare; poi corse a cambiarsi, e in un battibaleno rientrò alla capanna prima del suo arrivo. Ella raccontò la nuova disavventura al marito, giurando e spergiurando che questa volta sarebbe stata veramente l'ultima, e che per nessun motivo avrebbe rubato ancora.

Ma poco tempo dopo, Haken disse alla moglie: "Il principe sta per sposarsi, ma la sposa è malata, e quindi il sarto non può prenderle le misure per l'abito nuziale. Così, il principe ha deciso che siccome fisicamente sei alta esattamente come la sposa, andrai tu al posto suo a farti prendere le misure. E così, già che ci sei, se stai attenta a non farti scorgere dal sarto mentre taglia, puoi metterti in tasca qualche scarto grosso di stoffa, con cui mi potrò fare un giaccone nuovo." "Assolutamente no, non se ne parla di rubare; ricordati com'è andata l'ultima volta" replicò la principessa. "Bhè, è ora che ti fai furba e impari come si fa, e poi forse stavolta ti andrà bene" disse Haken. Ella non voleva, ma dovette a tutti i costi ubbidirgli. Si fece prendere le misure dal sarto, e mentre quello era intento a cucire, afferrò i tagli più grossi e se li mise in tasca; e quando stette per andarsene, il principe disse: "Dobbiamo controllare che la ragazza non si sia intascata qualcosa anche questa volta." Così, controllò lui stesso nelle sue tasche, e quando ci trovò la stoffa, andò nuovamente in collera, e furibondo, ricominciò a minacciarla; ma ella, disperata, lo supplicò di perdonarla, perché anche questa volta aveva dovuto ubbidire agli ordini del marito. Il principe disse che si sarebbe meritata una severa frustata, ma che anche questa volta l'avrebbe lasciata andare per pietà nei confronti del povero mendicante. Tutto andò come le volte precedenti; quando ella rientrò, lo trovò già lì ad aspettarla con il bambino. "Che il cielo mi aiuti!" invocò la principessa; "tu sarai la mia rovina, se continuerò a darti retta e a commettere cattive azioni. Per poco il principe non mi mandava in galera anche questa volta!"

Qualche tempo dopo, Haken disse: "Il principe vuole che tu vada in chiesa al posto della sposa, perché è ancora malata, ma non vuole rimandare le nozze. Perciò andrai al matrimonio al suo posto, così è il suo volere; ha detto che tanto, nessuno potrà accorgersi della tua identità, poiché tu e la vera sposa siete identiche. Quindi domani farai come ti ho detto e andrai alla reggia." "Secondo me vi siete bevuti il cervello, tutti e due" rispose la principessa; "ma ti pare che, conciata come sono, posso passare per una sposa? Guardami! Hai mai visto una stracciona più mal ridotta di me?" "Fosse anche così, il principe così vuole, e così farai" rispose tagliando corto Haken. Volente o nolente, dovette proprio andare, e quando fu al palazzo, fu vestita di tutto punto, e alla fine era così splendidamente bella, come nessuna principessa si era mai vista. Fu preparato il cocchio della sposa, e quando fu condotta in chiesa, ella presenziò alle nozze al posto della sposa, e al ritorno ci furono balli e grandi festeggiamenti. Ma proprio mentre stava per danzare col principe, un bagliore di luce venire da fuori l'allertò: era la capanna nel bosco che andava a fuoco. "Oh mio Dio! La capanna sta bruciando, con dentro il mendicante e il mio bambino!" gridò dal terrore, e per poco non svenne. "Non preoccuparti, guarda: eccoti il mendicante, ed ecco qui il tuo bimbo, e lascia pure che la capanna bruci" disse Haken Barbardirame. Ciò detto, la principessa riconobbe nel principe il mendicante, e allora ci fu finalmente la vera gioia e tanta allegria per tutti. Ma da quel momento, non ho saputo più niente di loro.

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Questa fiaba è stata tradotta da me dall'inglese, nel 2010. La fonte del mio lavoro è la traduzione in lingua inglese di George Webbe Dasent (1888), e reperibile a questa pagina. Chiunque desideri questo testo per i propri siti, può prelevarlo liberamente, a condizione che citi cortesemente questo sito come propria fonte, senza linkare le immagini, e non spacci questa traduzione come opera sua, in segno di rispetto per il mio lavoro.

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