Fiabe Amatoriali - Laura Ricciardi: La capretta e l'uovo di gallina

libro animato

Una volta una capretta trovò, tra l’erba del pascolo, un uovo di gallina. Era bello, bianco, lucido e ancora tanto, tanto caldo. ' Cosa fare?' si domandò. Quell'uovo doveva essere covato ancora, altrimenti il piccolo pulcino non sarebbe potuto nascere.' C'è solo un piccolo problema ' pensò la capretta. ' può una capretta covare un uovo? ' Avrebbe di sicuro rischiato di schiacciarlo e il pulcino?.. Addio! La povera capretta rabbrividì al pensiero della triste sorte del pulcino malcapitato. Non rassegnandosi allora avvicinò il musetto all'uovo e cercò di mantenerlo caldo con il suo respiro. Restò così per dieci minuti abbondanti, poi rendendosi conto che l'uovo era stato dimenticato. Cominciò a guardarsi intorno per trovare la sua mamma sbadata. Cerca di qua e cerca di là, non potendo spostare lo sguardo oltre, decise di attirare l'attenzione delle altre caprette e così cominciò a belare: "Beeee!" ma nonostante il suo belare nessuna delle caprette, che brucavano l'erba vicino si avvicinò. Passava di là, invece, una lepre e la notò, tutta intenta com'era col suo bel musetto in giù. "Che fai, bella capretta? Perché ti lamenti tanto?" "Sto «covando» col respiro quest'uovo, non vedi? E poi, faccio tanto baccano per vedere se la sua mamma si trova nei dintorni e torna lei a covarlo!" "Poveretta, non ti stancherai alitando così verso l'uovo?" disse ancora la lepre. "Certo," rispose la capretta "ma che posso fare? L' uovo non può raffreddarsi, altrimenti il piccolino dentro, non potrà nascere." La lepre la guardò intenerita e decise di aiutarla. "Tu continua a scaldarlo" disse "andrò io a cercare la gallina sbadata." E con un balzo saltò via tra l'erba. La povera capretta tornò ad alitare ancora più intensamente sull'uovo e, tutta concentrata pensò di tornare a belare per chiedere aiuto alle altre caprette. Se, infatti, le avessero dato il cambio per un minuto, lei di certo avrebbe ripreso fiato. Quindi adesso doveva solo belare e alitare, alitare e belare e così cominciò. "Beeee beeee beeee!" Era davvero così faticoso! Il piccolino, però, non poteva rischiare di non venire al mondo. "Beeee beeee beeee!"

Le amiche caprette non si avvicinarono, anche perché di solito lei si metteva a belare per ogni nonnulla e quindi non pensarono che questa volta potesse esserci un motivo vero. Il cane del gregge fu invece attratto dal quel belare accorato e per questo si avvicinò pensandola in pericolo. "Perché ti lamenti, bella capretta?" le domandò, vedendola intenta e concentrata sull'uovo. "Non vedi? Cerco di .. tenere caldo l'uovo. Qualche gallina se l'è perso!" concluse tutto d'un fiato. "Ma così resterai senza respiro. Fermati e vai a cercare la gallina sbadata!" le consigliò il cane, vedendola veramente in difficoltà. "Non posso rischiare di far raffreddare l'uovo" rispose. "Ti aiuterò io" disse il cane, "soffierò io, al posto tuo, così potrai riprendere fiato." Quindi si avvicinò con il muso all'uovo e soffiò, alitando, al posto della capretta. La capretta fece allora un lungo respiro, poi stirò il collo verso il pascolo, fin dove riusciva a vedere, ma della gallina neanche l'ombra! "Ti sei riposata?" domandò il cane, che cominciava anche lui ad avere l'affanno. "Facciamo una cosa" disse d'un tratto, "tu resterai qui a tenere caldo l'uovo ed io cercherò la gallina per tutto il pascolo" e così dicendo lasciò stare l'uovo e scappò via, prima che la capretta potesse replicare. La poveretta decise allora di escogitare una nuova soluzione. Si rannicchiò tra l'erba e tenne l'uovo tra le zampette, sotto il musetto, facendo attenzione a non romperlo. L'uovo adesso era davvero al calduccio e anche più di prima.

Passò un pò di tempo e la capretta cominciò ad avvertire uno strano formicolio al naso. Quel solletico era davvero insopportabile e le stuzzicava di starnutire. ' Come faccio? ' pensò preoccupata, ' se starnutisco rischio di rompere l'uovo ', perciò si concentrò per restare immobile, finchè passava quella brutta sensazione. Intanto, da lontano, vide arrivare la lepre. "Capretta, capretta, mi spiace tanto, ma le galline sono state rinchiuse nel pollaio, quindi la povera mamma di quel pulcino non tornerà a riprenderlo." Contemporaneamente anche il cane, correndo verso i due, portava la stessa notizia. "Capretta, capretta: dovrai essere tu la mamma di quel pulcino, quando si schiuderà, perché le galline sono state chiuse dentro il pollaio." La capretta avrebbe voluto rispondere, ma le scappava di starnutire e perciò non faceva neanche il più piccolo movimento. La lepre e il cane si guardarono preoccupati, poi tra le zampine della capretta e proprio sotto al suo musetto videro l'uovo muoversi. Fu un momento tragico e fatale! Quel piccolo movimento stimolò lo starnuto che la capretta aveva cercato di trattenere con tutta la volontà che aveva. "Ecciù!" Lo scuotimento del suo musetto creò una grossa crepa sul guscio dell'uovo e solo dopo un minuto, la crepa divenne un grosso buco, dal quale venne fuori un graziosissimo pulcino giallo. Il pulcino esclamò: "Pio pio, mamma!" e saltellò tra le bucce del guscio e le zampette della capretta. Il cane e la lepre sorrisero e dissero: "Il primo pulcino al mondo ad avere una mamma per capretta! Come glielo spiegheremo?" Nel frattempo la capretta si era rimessa in piedi e il pulcino continuava a salterellargli attorno. La lepre, visto che la faccenda si era in un certo senso risolta, salutò il gruppo e corse via, mentre il cane scortava tutto scodinzolante quella strana coppia, non sapendo se accompagnarli nel recinto dalle caprette o nel pollaio dalle galline.