Fiabe Amatoriali - Adelina: Lilo il sognatore

libro animato

Eh! Sì! Si ha un bel dire ma per Lilo, un cagnolino meticcio, la fiaba del brutto anatroccolo rimaneva solo un bel sogno, lui era nato bruttino e tale era rimasto. Era un incrocio di chissà quante razze, era nato chissà dove ed era cresciuto per la strada, non era nato ne bello ne fortunato. Nonostante la difficile vita da randagio Lilo era dolce, pacato, sensibile e sognatore. Ogni tanto quando era fortunato e la moglie del macellaio gli dava da mangiare gli avanzi, Lilo con la pancia piena si addormentava e... sognava. Sognava di trovare qualcuno che lo adottasse, di avere una casa magari con il camino davanti al quale addormentarsi d'inverno, sognava una cena sicura tutte le sere, un bagno caldo ogni tanto e sopratutto qualcuno da amare e che lo amasse così com'era.

Una notte d'inverno, Lilo trovò un riparo dal freddo e dalla neve in una vecchia cascina abbandonata, anche se era a pancia vuota si addormentò, era stanco bagnato infreddolito e triste, si svegliò però di soprassalto sentendo il rumore di una macchina che se ne andava in gran fretta sbattendo la portiera, cercò di rimettersi a dormire almeno così non avrebbe sentito la fame ma.... nel silenzio gli sembrò di sentire un gemito, rizzò le lunghe e pelose orecchie e si mise attento in ascolto, il gemito si faceva sempre più forte e così Lilo decise di andare a controllare.

Era molto buio ma Lilo si orientava molto bene in quella vecchia casa abbandonata dato che la conosceva da tempo, seguì il gemito e.... sorpresa! In un angolino c'era un piccolo gattino, un mese di vita al massimo, spaurito e disperato piangeva probabilmente cercando di chiamare la mamma. Lilo rimase perplesso, non sapeva bene cosa fare, il gattino lo vide e gli andò incontro traballando, Lilo si accovacciò e il piccolo gattino si intrufolò tra il suo ruvido pelo e lì al caldo si addormentò.

Lilo non si mosse per tutta la notte ma era preoccupato perchè pensava al da farsi per il giorno successivo, come dar da mangiare al gattino? Come accudirlo? Con tutti questi pensieri nella testa si addormentò.

Il mattino arrivò e il gattino si svegliò, si stiracchiò e cercò di succhiare il latte ma.... Lilo non era la sua mamma e non trovò nulla e la fame si faceva già sentire, fuori c'era molta neve e le preoccupazioni di Lilo aumentavano, pensava e ripensava al da farsi, per fortuna dopo un pò il piccolo si cercò un posticino sulla sua pancia e si riaddormentò.

Verso mezzogiorno smise di nevicare e Lilo decise di tentare di uscire per cercare qualcosa da mangiare per se stesso ma sopratutto per il gattino. Non sapeva davvero che fare, come portare il piccolo con se, provò e riprovò e alla fine riuscì a prenderlo per il collo come fa mamma gatta e pian pianino si incamminò, per fortuna il piccolo collaborava e non piangeva ne si muoveva. Lilo aveva deciso di andare dalla moglie del lattaio che ogni tanto gli dava una scodella di latte e voleva farle capire che lui avrebbe voluto il latte ma non per se ma per il cucciolo. Fortunatamente il negozio non era molto lontano, arrivato a destinazione Lilo delicatamente posò il piccolo per terra e cominciò ad abbaiare davanti alla porta, la lattaia sentendo Lilo preparò la ciotola aprì la porta e la depose per terra, il piccolo si tuffò nel latte e si sfamò, Lilo aspettò che lui avesse terminato e si accontentò di leccare l'avanzo del latte, la lattaia si intenerì assistendo alla scena, corse in cucina e tornò con l'avanzo della sua cena e la offrì a Lilo, lui mangiò avidamente, non ricordava bene quanto tempo era passato dal suo ultimo pasto, ringraziò la signora leccandole delicatamente una mano, riprese il gattino e ritornò alla cascina, c'era tanta neve e ci mise un pò ma alla fine furono entrambi all'asciutto, Lilo trovò degli stracci, si adagiò su di essi, il piccolo si trovò il solito posto al caldo sulla sua pancia e si addormentò.

Da quel giorno per un mese Lilo portò il cucciolo dalla lattaia che li aspettava con il latte per il piccolo e gli avanzi per Lilo. Il cucciolo cresceva , adorava Lilo e lui lo ricambiava, lo leccava per pulirlo come avrebbe fatto mamma gatta, lo scaldava nel suo pelo durante le fredde notti ed era anche diventato il giocattolo preferito del gattino che si divertiva un mondo a saltargli addosso e a tirargli la coda e le orecchie. Adesso che il gattino era cresciuto aveva imparato ad aspettare Lilo che usciva per cercare del cibo e quando tornava gli rigurgitava la carne che la moglie del macellaio teneva da parte per loro. Lilo era felice, aveva un figlio da accudire, qualcuno da coccolare e da amare e sopratutto qualcuno che lo amava, non poteva chiedere di più. Il freddo si faceva sempre più intenso e il Natale era vicino, un giorno la lattaia non vedendo arrivare Lilo da diversi giorni si preoccupò e decise di andare a cercarlo alla cascina, purtroppo la lattaia non era più giovane e sfortunatamente scivolò sui gradini ghiacciati dell'entrata della casa, cadde e svenne. Lilo sentì il trambusto ma era già all'erta dato che la signora lo chiamava a gran voce e quindi decise di andare a vedere e, appena uscito vide la lattaia stesa e immobile nella neve.

Lilo la chiamava, le leccava la faccia, con il muso cercava di scuoterla ma era tutto inutile, in un attimo Lilo capì che aveva bisogno di aiuto, corse a perdifiato verso la casa del macellaio ma nonostante tutti i suoi sforzi per attirare l'attenzione non usciva nessuno allora decise di andare dal giornalaio e lì trovò quasi tutto il paese che si era riunito per decidere dove andare a cercare la lattaia che il marito aveva cercato dappertutto ma inutilmente, Lilo fece di tutto per farsi capire e per fortuna la moglie del macellaio che lo conosceva bene capì e disse a tutti di seguire Lilo. Quasi tutto il paese a passo veloce seguiva quel cane che correva e si fermava per aspettarli, sulla neve si vedevano le tracce di sangue che lasciva Lilo che per correre in paese si era tagliato i polpastrelli delle zampe sul ghiaccio che c'era sulla strada ma lui non se ne curava. Finalmente arrivarono e soccorsero la lattaia arrivò anche l'ambulanza che portò la signora in ospedale. Lentamente le persone tornarono verso il paese, ricominciava a nevicare, nessuno però pensò di ringraziare Lilo, certo lo spirito natalizio non abitava lì.

La vigilia di Natale la moglie del lattaio fu dimessa dall'ospedale, nonostante la vistosa fasciatura ad un braccio appena a casa volle andare a cercare Lilo, con il marito, il macellaio e la moglie andarono alla cascina e lì trovarono Lilo e il gattino, la signora abbracciò Lilo e prese in braccio il gattino e cercò di far capire a Lilo di seguirla e li portò a casa sua, lì con il marito e la moglie del macellaio li lavarono e gli prepararono un ottimo pasto, incredibile a dirsi ma in quella grande casa c'era anche un camino acceso, Lilo non credeva ai propri occhi, vicino al camino c'era già pronta una cesta pulita, Omar (così avevano chiamato il gattino) subito si accomodò e lì si addormentò felice e soddisfatto. Lilo non ci credeva, aveva paura che fosse solo per quel giorno ma più di tutto aveva paura che lo separassero da Omar che nel frattempo si era fatto proprio un bel gattino mentre lui era rimasto un brutto anatroccolo.

Per diversi giorni Lilo non dormì nella cesta, non voleva farsi illusioni, Omar invece con la spensieratezza della sua giovane età e non avendo avuto le delusioni che avevano costellato la vita di Lilo, era diventato intraprendente, si arrampicava dovunque, giocava, correva e sopratutto adorava farsi fare le coccole da tutti.

La lattaia aveva capito che Lilo era un pò diffidente, fino a che si trattava di mangiare, stare attento ad Omar, fare la guardia davanti al cancello tutto andava bene ma, per esempio non voleva dormire nella cesta e così Omar dormiva per terra vicino a lui, la signora comprese i dubbi di Lilo e allora un bel giorno si sedette vicino a lui e gli parlò dolcemente, gli spiegò che lei era molto riconoscente a Lilo per averle salvato la vita andando a chiedere aiuto e che intendeva sdebitarsi dando a Lilo e a Omar la casa e l'affetto che Lilo aveva sempre sognato e che questo sarebbe stato per sempre, ma anche se Lilo comprese l'affetto e la riconoscenza che aveva per lui non si sentiva mai completamente tranquillo.

Il tempo passava e la lattaia si era molto affezzionata ai due inseparabili amici ma,se con Omar ormai non c'erano problemi la diffidenza di Lilo era evidente. Un giorno la lattaia ebbe un'idea, chiuse un pò in anticipo il negozio e andò a comperare una seconda cesta e la mise vicino all'altra, Lilo guardò la cesta, l'annusò e... come per incanto comprese, la lattaia voleva fargli capire che c'era una cesta per Lilo e una per Omar e che sempre ci sarebbe stato il calore di una casa e l'affetto suo e di suo marito per tutti e due.

Lilo visse molti anni, diventò allegro, giocherellone ma sopratutto fiducioso. Ogni tanto Lilo ripensava a quando si sentiva solo un brutto anatroccolo , era felice di aver imparato che ogni tanto le fiabe si avverano.